Di Marilù S. Manzini
L’estate addosso è il nuovo film di Gabriele Muccino che uscirà nelle sale il 15 Settembre quando l’estate sarà quasi finita e come dice la canzone omonima di Jovanotti, che è anche l’interprete della colonna sonora del film, “Prima che il vento si porti via tutto , E che settembre ci porti una strana felicità”. E’ il classico esempio, dicono i due, di non si sa cosa sia nato prima: se il film o la canzone. La storia narra che il regista abbia mandato la sceneggiatura all’amico cantante che ne è rimasto rapito e ha iniziato a comporre le musiche.
Non è solo un titolo di una famosa canzone o di un film. L’estate addosso per il regista è uno stato d’animo, un modo di vivere portandosi dentro ciò che è stato e ciò che poteva essere, passioni e rimpianti. I tormenti di tutti i giovani Werther sono gli stessi. Muccino dice del film che è il suo romanzo di formazione. Con un budget sotto i 4 milioni di euro, per essere più libero, per godersi l’agilità produttiva. E’ partito da una storia di cui conosce bene le coordinate: la sua estate della maturità, anno 1991, un viaggio negli Usa dove tutti si innamorano di tutti e però forse di nessuno ma ritrovano se stessi.
Vedendo i trailer del film si riconosce la firma del regista, la sua impronta digitale : la voce fuori campo dei protagonisti. Ricordo questo quando penso a un film di Muccino: la voce fuori campo che mi spiega un sentimento, che mi coinvolge nella storia facendomi entrare davvero nella psicologia dei personaggi. E’ una storia di giovanissimi questa Estate Addosso. Non a tutti piacerà, come sempre. Da sempre i suoi film dividono, ma cosa importa, i film di Muccino dividono perché è lui a dividere. Perché è uno vero, o almeno sembra, uno di pancia, quello che litiga col fratello via social o che demolisce il Pasolini regista, sempre via social, sempre davanti a tutti non nascondendosi mai, non nascondendo il suo pensiero come solo gli uomini liberi sanno fare. Su Pasolini c’è stata una vera e propria lapidazione ai danni di Muccino. Io adoro Pasolini ma sono anche una persona sincera, chi di voi guardando un suo film non ha fatto un po’ di fatica ad arrivare alla fine? Al di là di quelli che vogliono sembrare intellettuali a tutti i costi e che guarderebbero Salò piegati con le ginocchia sui ceci, forse Muccino proprio tutti i torti non li aveva. E’ buona norma non giudicare mai nessuno, figuriamoci un grande come Pasolini, e lui si è praticamente suicidato con quell’uscita però proprio per questo ti diventa irrimediabilmente simpatico e non il contrario come è successo. Questo regista ha vissuto molti successi e altrettanti flop, con questo film ha già messo le mani avanti dichiarando in un’intervista che “l’urgenza di raccontarsi è più forte della paura del flop”. Con queste parole mi fa venire in mente un vero sognatore. I veri sognatori sono quelli che hanno imparato a loro spese che sognare dalla maggior parte della gente, dai cinici, è visto come una specie di malattia, come avere un “difetto”. E quindi hanno imparato a nascondere i loro sogni, o comunque a sussurrarli senza gridarli al mondo. Se non hanno imparato a proteggersi, proteggono almeno quello che serve per vivere: i loro sogni. Il Muccino sognatore che per ora con i suoi sogni ha raggiunto Hollywood. Il sognatore che ha girato un film che tutti avrebbero voluto girare “La ricerca della felicità”, e che però non dimentica mai di lodare i suoi compagni registi italiani anche se loro invece non lo nominano mai. Il sognatore che ha litigato anche coi David di Donatello arrabbiato di non aver mai vinto un premio per la regia o la sceneggiatura. Il sognatore che difende gli animali, e il nostro pianeta che sta lentamente morendo, attraverso le sue pagine social sempre schierato in nuove battaglie ambientaliste. Muccino che sono sicura nonostante i flop andrà avanti per la sua strada a testa alta e continuerà a regalarci un film dopo l’altro. E come ha detto Albert Camus “Nel bel mezzo dell’inverno, ho imparato che vi era in me un’invincibile estate.” e qui non ci sono fallimenti, ci sono solo i sogni e le estati di un uomo.