Proprio recentemente, ho avuto modo si scambiare due chiacchiere con un ragazzo talassemico, che mi chiedeva di condividere il suo appello per invitare i donatori di sangue a seguitare a donare, perché a quanto pare il sangue, negli ospedali, è in via di esaurimento.
Essere talassemico è una condizione piuttosto dura, tra l’altro: hai bisogno di continue trasfusioni e non puoi utilizzare del sangue conservato per molto tempo.
Mio malgrado, sentendomi infinitamente in colpa, gli ho spiegato che, fino a che non ci fosse stata una comunicazione ufficiale, in un momento come questo non me la sentivo di scrivere un appello ai donatori di sangue per chiedergli di uscire di casa.
Siete davvero tanti a leggerci (e vi ringraziamo), ma questo a volte comporta anche certe limitazioni: scrivere un appello per chiedere a qualcuno di uscire, oggi, è una cosa che fa tremare le ginocchia e ti mette di fronte a un dilemma etico e morale parecchio pesante.
Ciò non toglie che, credetemi, mi sono sentito davvero una mer*a a rispondere così a quel ragazzo.
Oggi, per fortuna, quell’appello “ufficiale” da parte delle autorità è arrivato.
E il direttore del Centro Nazionale Sangue ci ha tenuto a specificare:
“Il percorso della donazione è protetto e sicuro, vengono prese tutte le precauzioni anti Covid-19”.
Al momento, le donazioni sono crollate drammaticamente in tutta Italia.
E uscire per donare il sangue, ovviamente, è un’attività che è permessa.
Se siete donatori, prendete tutte le precauzioni possibili e, se ve la sentite, andate.
Oggi c’è un enorme bisogno di voi.
Emiliano Rubbi