Un recentissimo studio, accettato per la pubblicazione ma non ancora apparso su The Astrophysical Journal, ha ricalcolato la velocità di espansione e dell’universo e ha trovato che è dal 5 al 9 percento più veloce di quanto credessimo. Lo studio è stato effettuato utilizzando il telescopio Hubble della NASA, ed infatti anche se non è ancora stato pubblicato notizia dei risultati è stata diffusa dalla stessa NASA (e poi ripresa dalle maggiori riviste scientifiche) in un articolo sul sito ufficiale dello Hubble Space Telescope.
Il risultato dello studio sull’espansione dell’universo
Il tasso di espansione dell’universo è conosciuto col nome di costante di Hubble (l’astronomo americano Edwin Hubble con le sue osservazioni fornì la prova inconfutabile che l’universo è in espansione), il nuovo valore, ricalcolato dal presente studio è di 73,2 chilometri per secondo per megaparsec (un megaparsec è pari a un milione di parsec quindi a 3,26 milioni di anni luce, visto che il parsec è pari a 3,26 anni luce).
Significato scientifico del risultato
Questo nuovo studio da un lato propone un enigma agli scienziati, infatti il valore supposto in precedenza derivava da due studi, uno della NASA e uno dell’ESA basato sulla previsione derivante da come l’espansione si era sviluppata dopo il Big Bang e come detto era tra il 5 e il 9 percento più piccolo.
Dall’altro permette (ed obbliga) a fare nuove supposizioni sulle proprietà della famosa materia oscura, ad esempio che l’energia oscura potrebbe essere più forte di quel che si pensava oppure che nelle prime fasi di vita dell’universo esisteva una particella sconosciuta che si muoveva a velocità molto vicina a quella della luce.
Il leader dello studio, Adam Riess della Johns Hopkins University e dello Space Telescope Science Institute, già premio Nobel nel 2011 sempre per studi sull’accelerazione dell’espansione dell’universo, spiega il significato del risultato dello studio con una metafora, immaginiamo che scoprire l’evoluzione dell’universo sia come costruire un ponte, si parte dai due lati e ci si incontra in centro, da un lato abbiamo la radiazione cosmica di fondo che ci dà un’immagine dell’universo poco dopo il Big Bang, dall’altro abbiamo il risultato del suo team sull’attuale velocità di espansione dell’Universo, ora ci troviamo in una situazione per cui al centro del ponte le due metà non si incontrano e ora gli scienziati devono scoprire il perché.
Roberto Todini