La notizia l’ha data la NASA sul suo sito: un esopianeta scoperto col telescopio spaziale Hubble alcuni anni fa è scomparso. Fossimo nel mondo della fantascienza, scherzano nella news i divulgatori dell’ente spaziale americano, penseremmo che il pianeta è semplicemente esploso (come se i pianeti potessero esplodere!), ma nel mondo della realtà gli scienziati cercano una soluzione più probabile per l’esopianeta scomparso.
Pare che l’abbiano trovata András Gáspár e George H. Rieke, entrambi dell’università dell’Arizona a Tucson. La ricerca uscita su PNAS sostiene che un pianeta lì non ci sia mai stato, voi direte: ma se attualmente ci sono 4.251 esopianeti confermati e molti altri in attesa di conferma, dove sta la notizia nell’averne uno in meno o nel fatto che gli scienziati avessero preso una cantonata?
La notizia è che Hubble avrebbe osservato qualcosa di molto più rimarchevole dell’ennesimo esopianeta (anche se questo era reso interessante dal fatto che si trovava in un sistema planetario a soli 25 anni luce di distanza). Si sarebbe trattato di una nube di polvere derivata dallo scontro tra due oggetti planetari, probabilmente due planetesimi (corpi alle fasi primordiali di evoluzione planetaria).
Stiamo parlando di Fomalhaut b, Fomalhaut è una stella bianca (visibile nel cielo australe) che, come detto poc’anzi, dista dal Sole 25 anni luce. Fomalhaut b fu confermato come pianeta nel 2008 in base all’esame di dati del telescopio spaziale Hubble del 2004 e del 2006. Essendo un sistema abbastanza vicino non era stata inferita l’esistenza del pianeta a causa della diminuzione di luminosità della stella al suo passaggio tra noi e l’astro, era stato osservato direttamente come un oggetto puntiforme in movimento.
I dubbi su Fomalhaut b erano cominciati presto, ad esempio ci si era accorti che era molto luminoso quando investito dalla luce ma osservato agli infrarossi non era rilevabile la sua traccia di calore. Gli astronomi pensarono che il pianeta potesse essere circondato da una nube di polvere che rifletteva la luce. Poi man mano che lo si seguiva ci si accorse che l’orbita era molto eccentrica. Poi improvvisamente immagini del 2014 mostrarono che era scomparso, risalendo a dati di Hubble degli anni precedenti ci si accorse che la luminosità era andata scemando.
La spiegazione sull’esopianeta scomparso proposta dai due ricercatori dell’Università dell’Arizona una volta elaborata nei modelli spiega tutte le osservazioni, nel 2004 quando fu rilevato per la prima volta il pianeta fake probabilmente l’impatto era appena accaduto (ovviamente noi osserviamo tutto con 25 anni di differita) e quindi la nube in espansione era densa e per noi puntiforme, ora la nube costituita da particelle sotto il micron di dimensione è talmente rarefatta da essere sotto la capacità di vedere di Hubble e si estende su un’area maggiore dell’orbita della Terra attorno al Sole.
Queste collisioni non sono rare ma è rarissimo avere la fortuna di osservarle, un vero colpo di fortuna sia avvenuta in un sistema così vicino, tanto è vero che ora gli scienziati puntano a studiare che succede nel sistema di Fomalhaut con il telescopio spaziale James Webb, sempre che il suo lancio previsto per il 2021 non slitti ancora.
Roberto Todini