Un gruppo di studiosi cinesi ha scoperto i resti della pelle di una zampa e dello scheletro di un esemplare di volatile estinto. L’uccello era rimasto intrappolato nell’ambra e in questo modo si è conservato.
Un team di ricercatori guidato da Xing Lida, paleontologo dell’università di Pechino sta conducendo da anni un’accurata analisi delle ambre provenienti dalla valle di Hukawng. All’interno di una di queste ha scoperto i resti di un esemplare di volatile estinto.
La valle è situata in una zona montusa della Birmania. Si tratta di un’area ricca di acqua a causa delle frequenti piogge e della presenza di fiumi. Le ambre ritrovate in quest’area risalgono all’era del Cretaceo e possono raccontarci molte cose riguardo all’ecosistema di allora.
In base alle analisi effettuati sul fossile e ai rilievi plantari, i ricercatori ipotizzano che si tratti di un piccolo uccello insettivoro risalente .
L’ambra è una resina fossile che nasconde molti segreti. Infatti, questa non è la prima scoperta che fa il team di Xing. I primi ritrovamenti di resti di rapaci e anfibi preistorici risalgono al 2016. Serpenti, rane e ali di rapaci sono stati i primi fossili che il gruppo di ricercatori cinesi ha trovato nell’ambra.
Tre anni fa la scoperta del più antico fossile di raganella
Nel 2016 il team di Xing trovò all’interno di un deposito di ambra i resti di quattro piccole raganelle tropicali. Questi esemplari risalivano all’era dei dinosauri e per questo motivo il rinvenimento fu definito “una scoperta eccezionale”. L’animale, i cui resti erano ben conservati, non apparteneva a nessuna delle specie conosciute. Infatti, ne fu identificata una nuova: la Electrorana limoae.
Quell’anno Lida Xing fece anche un’altra scoperta straordinaria. In un mercatino di Myitkyina, sempre in Birmania, un oggetto in ambra attirò la sua attenzione. Per questo motivo lo acquistò. Solo dopo averlo esaminato scoprì che ciò che era rimasto intrappolato nella resina non era una pianta ma i resti di una penna di una dinosauro risalente a 99 milioni di anni fa.
Betty Mammucari