Esco per andare a comprare gli assorbenti, e la Luna lo sa

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Esco per andare a comprare gli assorbenti. E se non sto bene, ci mando qualcuno al mio posto: mio padre, mio fratello, il mio amico. Perché acquistare una confezione di assorbenti non è un crimine né deve comportare forme di imbarazzo. L’imbarazzo deve comparire quando la Donna viene offesa e sminuita non quando la si riconosce come tale, nella sua femminilità e nella sua natura che, sì, comprende anche l’acquisto di assorbenti. Mensile, un atto mensile, un rito, un ciclo: come quello lunare. Altro ché lunatica, la Donna è lunare! La stessa danza, lo stesso passo, lo stesso ritmo della Luna.

E basta con gli stereotipi, con le vecchie storie che confezionano la Donna prima, durante e dopo il suo ciclo mestruale. La Donna non è classificabile né è da compatire né tanto meno è da snobbare: quando piange è perché ha dei motivi per farlo e quando ride è perché ha dei motivi per farlo; e se il pianto e il riso si susseguono secondo modi e tempi insoliti, non sono sbalzi di umore, non sono le solite questioni di ogni mese: è la vita che irrompe nella mente, nelle vene e nell’umore e che, semplicemente, viene accolta ed ascoltata.

Se è nervosa, se non dorme, se ha fame: proponetele una passeggiata, un gelato, un ballo! Anche durante i giorni del ciclo, la Donna danza che è una meraviglia! E se sta male, se ha dolore, se si sente goffa: vai tu papà, fratello, compagno a comprarle una confezione di assorbenti, senza preoccuparti di quel che potrà pensare la capo reparto o il cassiere. E cerca di non sbagliare: non tutti i tipi di assorbenti vanno bene a tutte. Telefonale se hai qualche dubbio, senza nasconderti tra la carta igienica e i dentifrici per non farti sentire dalla nonna che ti passa accanto: con molte probabilità, ci è stato un tempo in cui anche lei ha avuto le mestruazioni. Acquista quelli che preferisce lei: non i primi che ti capitano davanti né quelli più economici. Non far troppe battute sulle ali di cui leggi sulle confezioni: spicchi il volo anche tu, quando sei con lei.

Per giorno o per notte, lungo o nomale, traspirante o profumato, non sono particolari trascurabili: tu non indosseresti mai un abbigliamento non consono alla stagione, alla situazione o ai tuoi gusti. E per favore smettetela con quelle sciocche battute, con quei noiosi stereotipi e con quei gesti e paroline e modi di dire: “mestruazioni” non è poi così difficile da pronunciare. Le abbiamo sentite chiamare nei modi più strani, a volte ridicoli e a volte incomprensibili; ci siamo viste idiote negli ascensori e nei parchi degli spot pubblicitari; siamo state definite psicolabili e isteriche e strane a motivo di un improvviso impulso sessuale (che agli uomini è sempre perdonato, anche quando è violento) o perché di notte siamo corse al frigo o perché abbiamo sbattuto la porta dopo una discussione.

Ci siamo viste e sentite violate, offese e ridicolizzate a motivo del ciclo mestruale che, sentite un po’, è poesia, è filosofia, è l’eterno ritorno di Nietzsche: ogni volta, in modo diverso. Non ho di nuovo le mestruazioni: sono tornate, le mestruazioni, rendendomi diversa. E questo accade da anni e accadrà per anni. Fin quando la Natura non deciderà di cambiar musica e di farmi ballare in modo differente!

Il ciclo non impedisce nulla né tanto meno rende incapaci di svolgere lavori e compiere azioni. Ho sostenuto esami universitari e, chissà, magari anche il giorno della laurea avevo le mestruazioni, sono corsa dietro a lui pur avendo un assorbente addosso, ho guidato, pattinato, nuotato, volato in aereo e scalato le montagne con le mestruazioni. Mi sono scatenata sotto ad un palco, ho dormito in una tenda ed ho affrontato situazioni impegnative con le mestruazioni.

E le chiamo mestruazioni perché così si chiamano. E così devono essere chiamate. Perché è Natura, perché è Parola, perché è chiarezza. Perché è così, ed è così ogni volta, ogni mese, per ogni Donna. Anche se per ogni volta, per ogni mese, per ogni Donna, lo è in modo diverso.

 

Deborah Biasco

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