Esame di Stato: nel “tutti contro Azzolina” i dubbi e le ipotesi per il 2021

Esame di Stato

Con la formazione del nuovo governo la maturità passa in secondo piano. Ma cosa dobbiamo aspettarci dall’esame di Stato 2021?

A sette mesi dall’ultima prova d’esame, nuovi dubbi si affacciano sulla realtà scolastica. Se l’anno scorso sembrava impossibile prevedere come affrontare la maturità, il 2021 pare non essere da meno, nonostante le dichiarazioni della ministra Lucia Azzolina:

Sarà sicuramente un esame serio, che deve tener conto dell’anno scolastico in corso. Fra pochi giorni diremo come si farà.

Queste le parole della ministra M5s lo scorso 21 Gennaio. Promesse dai contorni non proprio definiti, e che ad oggi non hanno ancora portato alcun risultato.

Certo è che ancora una volta avremo a che fare con un esame diverso, ma in quale grado? Probabile il reinserimento del maxi orale, già sperimentato l’anno passato. L’esperienza di questi mesi ci darebbe però la possibilità di organizzare ingressi e uscite occupando tutti gli spazi destinati alle lezioni.

Una novità riguarderebbe invece l’ammissione alla prova: quest’anno sarà possibile bocciare, e conseguentemente non accedere all’esame in qualsiasi forma dovesse svolgersi. Non più quindi il “liberi tutti” che nel 2020 fece tirare sospiri di sollievo e in qualche caso storcere il naso.

Ma l’opzione del solo colloquio pare non piacere a tutti. In particolare Flavia Nardelli, capogruppo Pd, si è espressa in tal senso:

Noi del Pd abbiamo sottolineato che prendere una decisione così in anticipo è una resa, se poi la situazione epidemiologica peggiora ci si penserà. Soprattutto riteniamo che una prova di italiano scritto vada fatta.

Anche Italia Viva e Lega si schierano contro una scelta troppo affrettata, e chiedono un impegno serio e aperto a più ipotesi. Nonostante questo, l’esito del confronto tenderebbe a preferire un modello simile a quello dello scorso anno. Il punteggio della prova orale non sarà in ogni caso superiore al numero di 40: la commissione terrà infatti conto del curriculum dell’ultimo triennio, senza tralasciare l’alternanza scuola-lavoro.

La firma che confermasse definitivamente la questione era attesa per fine Gennaio; alla seconda settimana di Febbraio la crisi di governo non aiuta a rispettare i tempi già aggirati

In conclusione, i punti interrogativi non mancano. Le incertezze giustificate dalla straordinarietà del 2020 si ripetono per la seconda volta, cogliendo le istituzioni scettiche e tentennanti.

Studenti e professori attendono quindi in relativa rassegnazione al silenzio ormai tipico in merito alla gestione della scuola. Forse perché la formazione di un giovane non regge il confronto con l’apertura di un bar o di un ristorante.

Comunque sia l’ultima parola è al di là di ogni partito: a conti fatti, sarà la curva epidemiologica a dire la sua.

Katherina Ricchi

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