Errori di arrotondamento nei cronometri: rischio di risultati falsati

cronometro

Stopwatch holding on hand with competitions of swimming background.

Non sarà certo un caso se la ricerca di cui dà notizia l’American Institute of Physics esce a ridosso  della data della cerimonia di apertura delle tribolate Olimpiadi di Tokyo, infatti la notizia è che l’arrotondamento nei cronometri commette errori che potrebbero falsare i risultati di gare decise sui centesimi di secondo.
La rivista scientifica su cui è stato postato lo studio è American Journal of Physics.
Se state pensando alle gare veloci di nuoto non siete gli unici, in effetti David Faux autore della ricerca insieme a Janet Godolphin, si è scontrato col problema di prima persona quando si offrì come volontario in una competizione di nuoto. Faux si rese conto che i tempi inseriti nel sistema non si distribuivano equamente come la logica detterebbe.


Spieghiamo cosa vuol dire, gli attuali cronometri di precisione sono basati su oscillatori al quarzo, in questi dispositivi avvengono diecimila oscillazioni al secondo, cioè una oscillazione misura un tempo pari a 0,0001 secondi, il che vuol dire che i tempi grezzi sono cifre con 4 decimali, questi tempi devono quindi essere convertiti in numeri che hanno solo due decimali, cioè essere arrotondati al centesimo di secondo. Faux e Godolphin esaminando migliaia di misurazioni si sono accorti che non c’era la stessa probabilità statistica che uscisse una qualsiasi coppia di decimali. Sembra che molti valori venissero arrotondati al più vicino secondo o mezzo secondo. I due ricercatori si sono messi a lavorare su un sistema di simulazione analizzando 3 milioni di tempi di gara di nuotatori di ogni livello ed età e hanno scoperto che in realtà invece come si sarebbero aspettati c’era la stessa probabilità, pari a 1% che un tempo di gara finisse per 0,55 secondi  per 0,6 secondi o qualsiasi altro valore.
Da qui i dubbi sull’algoritmo che compie l’arrotondamento nei cronometri trasformando una misura in oscillazioni di quarzo in un tempo da display, algoritmo sul quale i due ricercatori non hanno potuto mettere le mani.
Ora i due hanno raccolto 30000 misurazioni di competizioni natatorie e puntano ad analizzare se anche in questi risultati da gare ufficiali emerga un pattern anomalo nella misurazione dei tempi simile a quello che inizialmente incuriosì Faux.

Roberto Todini

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