Ernesto Che Guevara. Il mito ancora straordinariamente moderno

Il 9 ottobre 1967, muore a La Higuera, Bolivia, Ernesto Che Guevara, detto Il Che. A soli 39 anni viene assassinato, senza alcun processo, dalle forze governative boliviane. Cercando di far passare l’omicidio di Che Guevara come una morte in azione, il governo boliviano, fu costretto, negli anni successivi, ad  ammetterre la verità sull’esecuzione del Che.

 Nel 1995 il generale Vargas Salinas rivelò che, il comandante era stato sepolto in una fossa comune nei pressi di Vallegrande in Bolivia. Ritrovate le spoglie da una delegazione argentino- cubana, nel 1997 svolsero i funerali a Cuba dove è ora sepolto, a Santa Clara con i suoi compagni di lotta. Dove è andato anche il suo compagno Fidel Castro.





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 La sua vita, la sua storia, è stata raccontata molte volte nelle diverse epoche storiche, aggiungendo anche molte falsità, nonostante ciò, il mito sopravvive e viene ancora tramandato. Icone, video fotografie, qualunque tipo di oggettistica che lo rappresenta, la si trova in svariate parti del mondo.




 Tra le sue immagini , la più nota, è quella di Alberto Diaz Gutierrez, detto Korda, fotografo che regalò lo scatto, dal titolo ” Guerrillero Heroico”,  all’editore italiano Feltrinelli, che prima ne fece un poster e poi la copertina dell’edizione italiana di ” Diario in Bolivia”. Korda non chiese mai i diritti per quello scatto, tranne successivamente, negli anni 2000, quando intraprese una battaglia legale contro una azienda produttrice di Wodka, in quanto, usò l’immagine per una etichetta sulle sue bottiglie. Gutierrez non voleva assolutamente che la memoria del Che fosse associata ad un alcolico, non essendo Guevara un bevitore.

Attraverso il merchandising, che farebbe rivoltare il mito nella tomba, se non fosse altro che un semplice modo per tramandare ancora la sua idea alle generazioni future, anche i bambini vengono a conoscenza della sua storia.

Il suo mito, è ancora molto vivo, non solo perché personaggi famosi si tatuano la sua icona sulla propria pelle, ma perché è ancora viva la sua idea. L’idea di un medico argentino che si batté contro le  ingiustizie nei confronti dei più deboli e disagiati.L’ idea di chi ha speso la propria vita contro le ingiustizie, l’idea dell’ultimo vero rivoluzionario combattente dei ” tempi moderni”.




In onore alla sua memoria, per la sua vita spesa a lottare, ricordiamolo con una delle sue più belle frasi:

 ” Siate sempre capaci di sentire nel più profondo  qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.”

 

Raffaella Presutto

 

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