Ieri sera è stato fermato Eric Drouet, uno dei volti rappresentativi dei Gilet Gialli, il gruppo di protesta che nei mesi scorsi ha fatto sentire la propria voce attraverso manifestazioni trasformatesi in seguito in una vera e propria ondata di vandalismo e distruzione a Parigi.
Il movimento ha riunito coloro che sono stati maggiormente esclusi dalla politica francese degli ultimi anni: abitanti dei centri rurali e ed extraurbani, impiegati nel settore dei trasporti, persone comuni che per lavorare devono spostarsi con la macchina e per i quali acquistare un’auto elettrica o meno inquinante è una spesa economicamente insostenibile e il carburante è un bene di prima necessità. Tra questi si sono uniti anche giovani esponenti della sinistra estrema francese, come è evidente dalle scritte lasciate sull’Arco di Trionfo il mese scorso, che rimandano a battaglie sostenute da questa frangia politica. A livello interno ed esterno comunque i Gilet Gialli hanno raccolto i consensi e le simpatie delle più disparate parti politiche, mentre in Germania si sono formati gruppi che si ispirano ad essi, ma con obiettivi differenti.
Nelle manifestazioni non sono poi mancati i vandali e i violenti, che hanno tramutato una legittima e condivisibile protesta nell’ennesima guerriglia urbana, nuocendo alla causa dello stesso movimento. Gli atti di distruzione che hanno sconvolto Parigi sono però riconducibili anche al malcontento e alla rabbia della popolazione, comprensibili ma che non giustificano gli atti criminali che ne sono conseguiti.
Tra le migliaia di persone scese in piazza tuttavia ricopre un ruolo di primo piano su Eric Drouet, uno dei portavoce del movimento dei Gilet Gialli che suscitando grande dibattito in Francia. Quest’uomo, un camionista di 33 anni proveniente da Melun, città a 50 km da Parigi, incarna aspetti salienti e caratteristici del movimento, alcuni dei quali visti con occhio critico dai media d’oltralpe.
Un manifestante della prima ora
Eric Drouet è stato tra i primi a manifestare in quello che poi sarebbe diventato il movimento dei Gilet Gialli, partecipando alla manifestazione del 17 novembre scorso. Egli stesso ha organizzato eventi del genere, utilizzando come strumento di aggregazione Facebook, piattaforma su cui è molto attivo. Infatti, grazie a pagine da lui create e gestite è riuscito a riunire molte persone attorno alle proteste; inoltre, espone i propri pensieri tramite i video di Facebook, registrati in live dalla cabina del suo camion. Questo aspetto mostra come ormai il web ricopra un ruolo sempre maggiore nelle battaglie sociali del XXI secolo. Non solo è presente su Internet, ma è stato anche ospite di talk televisivi, sebbene le sue apparizioni in TV siano molto più ridotte: il primo intervento risale al 13 novembre 2018; è proprio a seguito di un’intervento in televisione che è stato protagonista di critiche per i suoi toni percepiti come sovversivi e inneggianti ad atti criminali contro lo Stato, a tal punto che è stata aperta un’inchiesta in merito. Il medesimo atteggiamento duro di Drouet è d’altronde riscontrabile anche nei sui post su Facebook. Pur tuttavia venendo riconosciuto come un rappresentante ed un portavoce dei Gilet Gialli, Drouet ha mostrato una certa ritrosia nell’assumersi tale incarico e ciò rispecchia il punto debole del movimento: l’incapacità di organizzarsi e avere degli obiettivi e propositi chiari, oltre che dei leader riconosciuti da tutti, questo perché nei Gilet Gialli sono confluiti malcontenti di natura diversa e le richieste sono molto vaghe e contrastanti (infatti il movimento riceve l’appoggio sia dalla destra estrema che dalla sinistra estrema). I suoi discorsi, a detta degli analisti, sono fortemente polarizzati e pericolosamente tendenti a sostenere teorie del complotto, un elemento comune con alcune parti del movimento.
Oltre a questo, Eric Drouet è stato arrestato due volte in relazione alla sua attività con i Gilet Gialli: la prima volta è stato fermato per detenzione di arma impropria durante la manifestazione del 22 dicembre (aveva con sé un bastone), la cui sentenza è fissata per il 5 giugno di quest’anno. Il secondo arresto è invece avvenuto ieri sera, alla Place de la Concorde, mentre Drouet si stava dirigendo verso gli Champs Élysées per riunirsi con altri membri dei Gilet Gialli. Secondo la polizia Drouet stava cercando di fare una manifestazione non autorizzata, radunando persone tramite Facebook, mentre l’avvocato e i difensori del fermato sostengono che intendeva chiamare altri compagni di protesta per rendere omaggio ai feriti e ai morti degli scontri delle settimane precedenti. Quest’ultimo arresto è stato percepito da tutti gli esponenti politici, da Marine Le Pen a Jean -Luc Mélechon, entrambi dichiarati sostenitori dei Gilet Gialli, come un abuso di potere e una repressione del governo. Solo i sostenitori di Emmanuel Macron hanno applaudito l’atto delle forze dell’ordine. Ciò che ha messo in allerta la polizia è stato il tono, giudicato velatamente minaccioso, del post di Drouet, che invitava a “compiere un atto per scioccare l’opinione pubblica.”
Barbara Milano.