Facebook, come uno Stato vero e proprio, entra in guerra a suo modo, alleandosi con Erdogan e sfoderando l’arma di censura e manipolazione.
Facebook e Erdogan alleati contro i curdi
La censura come arma di attacco
L’attuale attacco di Erdogan ai curdi, dopo il via libera di Trump e la vergognosa immobilità dei Paesi dell’UE, è uno spregevole massacro dove, per lo più, a subire sono civili ormai stremati dalle continue guerre. Ma Erdogan vuole anche di più, vuole il controllo totale anche della mente del suo popolo, l’approvazione indiscussa e la distruzione di ogni ideale opposto al suo. Ed ecco che entra in gioco la censura del social Facebook (di nuovo! Recentemente infatti ha avuto a che fare anche con la Cina censurando pagine riguardanti siti a loro scomodi) che stavolta diventa complice di Erdogan e censura decine di pagine che hanno pubblicato informazioni riguardo i curdi o dato loro solidarietà. E’ sufficiente anche solo una semplice foto di riferimento su un articolo, un’allusione al PKK o un giudizio “inopportuno” su un post, per essere bloccati dal social.
Ma non dovrebbe Facebook essere una Community imparziale e libera da intrallazzi politici?
Eppure il Social Facebook si comporta come uno Stato e stringe accordi con altre potenze
Certo un social che entra in guerra sembra assai bizzarro. Eppure ecco il nuovo futuristico mondo della guerra: Facebook che si allea con Erdogan censurando ogni riferimento social a sostegno dei curdi. Di alleanze ne abbiamo viste tante, ma questa è davvero bizzarra. Il social Facebook si comporta come uno Stato vero e proprio e invece di uccidere “banna” a morte.
Cosa c’entra Facebook con la guerra?
La guerra alla “vecchia “maniera” lascia spazio al virtuale impero di Facebook
Partiamo dal presupposto che la guerra, da qualunque punto la si guardi, è comunque penalizzante per l’evoluzione civile dell’umanità (utopia). Pensiamo anche al business che gira intorno ad essa, in primo luogo il commercio delle armi, di cui l’Italia è tristemente forte. Teniamo in considerazione anche il potere che ne deriva dando ai leaders politici l’egemonia indiscussa su popoli e terre e la possibilità di accordarsi tra loro per scopi che vanno ben oltre il benessere della propria gente. Che il social Facebook ambisca a tutto ciò ha dell’assurdo, eppure oggi fornisce una nuova arma da usare in guerra. Un’arma di una potenza al pari di mille eserciti e il suo raggio d’azione non ha limiti: censura e manipolazione.
Facebook e Erdogan. L’alleanza tra virtuale e reale
Ma una differenza tra virtuale e reale c’è: nel secondo caso la gente muore davvero, e Facebook ora ne è complice.
Prima dello “zampino” di Facebook, il potere era detenuto esclusivamente dalla forza militare e dal carisma del leader che esprimeva il suo piano politico al popolo spesso ignaro delle conseguenze. Ma il futuro ha dato una nuova arma per combattere una guerra, di una potenza al pari di mille eserciti: i social networks. Così oggi il social Facebook può fare il bello e cattivo tempo anche nella politica e nella guerra, manipolando il pensiero e il giudizio della comunità o escludendo gli “scomodi” dal sistema isolandoli in un oblio informatico. La censura usata dal social Facebook è estremamente potente. Ma così è giocare sporco e rende chi è complice di questo meccanismo un vile manipolatore delle masse.
Il Social Facebook non ha confini tangibili e la sua potenza è illimitata
Tramite la censura Facebook manipola le sorti di una guerra
I confini furono tracciati millenni fa, in primis per una questione di organizzazione civica. Ma ben presto quei limiti divennero muri invalicabili dietro cui proteggersi dai popoli limitrofi. A questo punto iniziarono le guerre e chi vinceva tracciava nuovi confini. Niente più senso civico, solo un malsano e ottuso patriottismo. Ma oggi, dopo le recenti manovre di Facebook, il confine tra virtuale e reale è stato varcato. Il social Facebook è effettivamente entrato in guerra e come uno Stato a sè si prende il diritto di patteggiare con altri Stati. Chiunque si allei con esso vincerà al guerra, questo perchè Facebook è molto più potente di un qualunque altro Stato e questo potere deriva dal fatto che non ha frontiere, nessun limite, l’unico confine è il mondo… Per ora.
Sabrina Casani