Equità di genere nei ruoli apicali della sanità: ancora lontana

Nella Sanità cresce l’occupazione femminile, ma non le donne ai vertici.

Aggiornamento dei LEA Equità di genere nei ruoli apicali della sanità: ancora lontana

Equità di genere nei ruoli apicali della sanità: ancora lontana

Nel tessuto della sanità pubblica italiano, il sentiero verso l’equità di genere nelle posizioni apicali è ancora un’ardua salita. L’ultimo rapporto dell’Osservatorio sull’equità di genere nella leadership sanitaria getta luce su una realtà che, sebbene abbia mostrato segnali di miglioramento, è ancora lontana dall’essere paritaria.

Negli ultimi decenni, il settore sanitario italiano ha assistito a un costante aumento dell’occupazione femminile. Tuttavia, questo progresso non si è riflesso in modo equo nella leadership del settore, soprattutto nel pubblico. Questa sovra-rappresentazione non si traduce in una distribuzione equa delle donne nei ruoli di leadership, soprattutto ai vertici.

Difatti, malgrado la sua predominanza femminile nel personale, si confronta con una realtà contraddittoria: se da un lato le donne costituiscono la maggioranza degli occupati, dall’altro sono sottorappresentate nei ruoli di leadership più elevati. Una giovane che si affaccia oggi nel mondo sanitario pubblico si trova a dover fare i conti con sette dirigenti uomini ogni cento impiegati, mentre le donne sono presenti in meno del 2%. La marcata sotto-rappresentanza delle donne nei ruoli chiave, con una tendenza che, se persiste, ci porterebbe all’equilibrio di genere non prima di 150 anni.

Questi dati emergono dalla seconda edizione del Rapporto Annuale dell’Osservatorio sull’Equità di Genere nella Leadership Sanitaria. Marina D’Artibale, condirettrice dell’Osservatorio e socia fondatrice dell’Associazione Donne Leader in Sanità (Leads), sottolinea con forza questa disparità, evidenziando come, nonostante un lento recupero nel corso degli anni, le donne continuino a essere significativamente sottorappresentate nei vertici della sanità pubblica.

L’Osservatorio sull’Equità di Genere nella Leadership in Sanità

Secondo i dati del Global Gender Gap Report 2021, a livello mondiale il 75% del personale sanitario è femminile, facendo della sanità uno dei settori con la più alta partecipazione delle donne. Anche in Italia, il 68% delle professioniste lavora nel comparto sanitario, con una crescita costante a partire dal 2010. Tuttavia, questa predominanza femminile non si riflette in modo equo nelle posizioni di vertice.

Per affrontare questa disparità, è entrato in azione l’Osservatorio sull’Equità di Genere nella Leadership in Sanità, fondato nel 2022 dalla collaborazione tra la Luiss Business School e l’associazione LeadsDonne Leader in Sanità. Il suo obiettivo è analizzare il grado di equità di genere nei ruoli di leadership nel settore sanitario e monitorarlo nel tempo per favorire una rappresentanza più equa ai vertici.

L’Osservatorio ha elaborato il Gender Leader Index in Health (GLIH), un indicatore che misura il rapporto tra la distribuzione di genere nelle posizioni di vertice e quella sull’occupazione totale nel campo sanitario. Questo indice varia da 0 a 1, indicando la presenza di una rappresentanza di genere equilibrata. Attualmente, il settore pubblico registra un indice inferiore a 0,5, denotando una sotto-rappresentanza femminile nei ruoli apicali.

Disparità nella progressione di carriera

Sebbene la partecipazione femminile nel mercato del lavoro sanitario pubblico sia in aumento, non si traduce automaticamente in una presenza equilibrata nelle posizioni di leadership. Lo studio rileva anche disparità nella progressione di carriera, evidenziando che nel 2020 solo il 25% dei direttori di struttura semplice e il 19% di quelli complessi negli ospedali erano donne.




Se da un lato il tasso di occupazione femminile è aumentato dal 59% nel 2001 al 69% nel 2021, dall’altro la rappresentanza femminile nei ruoli di vertice è rimasta nettamente inferiore. Mentre nel settore pubblico la situazione appare stagnante, il settore privato mostra segnali di miglioramento. Nel comparto farmaceutico, ad esempio, l’occupazione femminile è aumentata dal 41,8% nel 2011 al 43,9% nel 2021.

L’indice GLIH per le aziende del settore farmaceutico mostra una leggera predominanza di leader donne, sebbene la maggioranza di esse ricopra ancora ruoli di quadro piuttosto che di dirigente. Tuttavia, con un indice che tende verso l’equa rappresentanza, potrebbe esserci un cambiamento significativo nei prossimi anni. Tuttavia, nel settore dei dispositivi medici, la leadership rimane prevalentemente maschile, sebbene il GLIH mostri segni di miglioramento verso una maggiore equità nel 2021.

Buone pratiche per un cambiamento positivo

Per accelerare il progresso verso una maggiore equità di genere nella leadership sanitaria, l’Osservatorio ha identificato alcune buone pratiche. Tra queste, la trasparenza dei dati e degli obiettivi emerge come un fattore chiave, insieme a politiche mirate a favorire un migliore equilibrio tra lavoro e vita familiare. Tuttavia, per ottenere cambiamenti significativi, è necessaria un’azione concertata da parte di tutti gli attori coinvolti, compresi governi, istituzioni e organizzazioni del settore.

In conclusione, sebbene ci siano segnali di progresso, il cammino verso un’equa rappresentanza delle donne nei vertici della sanità italiana è ancora lungo. Solo con un impegno congiunto e sistematico per rimuovere gli ostacoli alla crescita professionale delle donne, si potrà sperare in un futuro in cui il talento e le competenze femminili siano pienamente riconosciuti e valorizzati nel settore sanitario.

 

 

Felicia Bruscino

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