Se n’è andato in punta di piedi, come aveva vissuto. Nonostante fosse un gigante della musica. Con Ennio Morricone abbiamo perso il miglior musicista italiano della seconda metà del Novecento. Una carriera piena di soddisfazioni, alcune ottenute anche ben più tardi del dovuto, come la vittoria di due Oscar (il primo alla carriera, nel 2007). Ma a chi gli chiedeva se avesse ancora dei desideri da realizzare, Ennio Morricone rispondeva che avrebbe voluto diventare un giocatore di scacchi più forte di Kasparov. In pratica, un campione del mondo.
La passione di un bambino
Ennio Morricone incontrò per la prima volta gli scacchi quando era ancora un bambino. Il padre lo aveva già avviato allo studio della musica, ma la scacchierà seppe esercitare un grande fascino sul compositore. Come più volte ha dichiarato, dimostrò fin da subito di avere delle ottime doti. Ma le condizioni economiche della sua famiglia esclusero a prescindere la possibilità di studiare seriamente gli scacchi. E Il resto lo fece il volere del padre, che desiderava che suo figlio si concentrasse solo sulla musica. E Ennio ubbidì.
Un amore mai sopito
Ma anche dopo aver raggiunto il successo grazie alla musica, Morricone non dimenticò gli scacchi, e riprese a giocare. Ora che le condizioni economiche non erano più un ostacolo, scelse il migliore tra i maestri: Stefano Tatai, 12 volte campione italiano. Ma era troppo tardi per pensare seriamente agli scacchi ed investire tutto il suo tempo in questa disciplina. E inoltre, non aveva più la stessa capacità di assimilazione allo studio. Ma continuò a giocare, per tutta la vita, fino ad arrivare alla seconda categoria nazionale, nonostante gli impegni della musica, che lo assorbivano completamente. E ha avuto anche la possibilità di giocare in tornei esibizione contro campioni che si esibivano in simultanea, come Spassky, contro il quale riuscì a strappare una patta, Karpov, e perfino contro il suo mito, Kasparov. Nel 2006, ci fu l’incontro tra le sue due grandi passioni. A lui l’onore, e non poteva essere altrimenti, di comporre l’inno delle Olimpiadi degli scacchi 2006 che si tennero a Torino.
Ennio Morricone era uno di quegli uomini che avrebbe scritto grandi pagine, qualunque sarebbe stata l’arte che avrebbe scelto di abbracciare. Per fortuna il destino lo ha regalato alla musica.
Antonio Scaramozza