Ancora violenze da parte di Israele contro il popolo palestinese nella Spianata della Moschee a Gerusalemme. Durante la settimana, nel pieno delle festività religiose, la polizia israeliana ha fatto irruzione nella moschea di Al Aqsa utilizzando proiettili di gomma, granate e gas lacrimogeni e arrestando oltre 350 persone. A ciò è seguita una escalation militare, che continua tutt’ora.
Le violenze di Israele sono scoppiate mentre i musulmani celebravano il mese festivo del Ramadan e gli ebrei si preparavano alla settimana della Pasqua ebraica. Un periodo che quest’anno è sacro per tutte le religioni e che dovrebbe essere contrassegnato dalla pace. Sono state invece due notti di terrore quelle vissute dai fedeli palestinesi che si sono recati alla moschea di Al Aqsa per pregare.
Gli attacchi della polizia israeliana nella moschea di Al Aqsa
Nel corso del primo attacco, giustificato dal tentativo di “prevenire una rivolta violenta”, nella notte tra il 4 e il 5 aprile, la polizia israeliana ha fatto irruzione nella moschea, arrestando circa 400 persone. Testimoni affermano che gli agenti sarebbero entrati usando gas lacrimogeni e granate stordenti. Al tentativo di risposta dei fedeli, la polizia di Israele avrebbe iniziato a sparare proiettili di gomma e usare i manganelli. Diversi video circolano in rete a prova di quanto appena detto. Nelle prime ore del mattino successivo, le milizie di Hamas hanno lanciato diversi razzi in territorio israeliano in risposta all’assalto alla moschea. Appena dopo, l’esercito di Israele ha effettuato diversi attacchi aerei nella Striscia di Gaza per rappresaglia.
Non è stata la prima volta in cui Israele ha attaccato la moschea di Al Aqsa durante il Ramadan. Nel 2021, per esempio, oltre 170 palestinesi sono stati feriti dalle forze di sicurezza israeliane. Un regime di apartheid ai danni dei palestinesi che perdura da anni.
La sera del 5 aprile un nuovo raid nella stessa moschea. Le violenze sono riprese quando i fedeli musulmani si sarebbero barricati all’interno dell’edificio e la polizia israeliana avrebbe cercato di disperderli, utilizzando le stesse modalità della sera prima. La Mezzaluna Rossa palestinese ha affermato che centinaia di persone sono rimaste ferite e che le forze di sicurezza israeliane hanno impedito ai medici di raggiungere la moschea. Sono seguiti altri lanci di razzi contro Israele, il quale ha prontamente risposto.
Reazioni
Nabil Abu Rudeiné, portavoce del presidente dell’Autorità palestinese, ha affermato che
L’occupazione israeliana insiste nel continuare a profanare la benedetta moschea di Al Aqsa e a creare un’atmosfera di escalation, instabilità e tensione.
Il movimento islamista palestinese Hamas ha definito l’assalto alla moschea da parte di Israele come “un crimine senza precedenti” e ha invitato i palestinesi ad andare in massa ad Al Aqsa per difenderla. Per la Jihad islamica i razzi sono stati
Un primo avvertimento agli occupanti che non proseguano con le aggressioni al nostro popolo e nei Luoghi santi.
Alla fazione opposta, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu invita alla calma e dice che le azioni della polizia sono volte a mantenere lo stato quo, il ministro per la Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir continua a gettare benzina sul fuoco affermando che “è ora di mozzare teste a Gaza”.
Reazioni internazionali
Reazioni contro Israele sono arrivate dalle capitale arabe, riunite attraverso la convocazione della Lega Araba.
Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, si è detto scioccato per le violenze delle forze di sicurezza israeliane nella moschea di Al Aqsa.
Gli Stati Uniti d’America si sono detti estremamente preoccupati per gli scontri avvenuti e hanno chiesto ad entrambe le parti di allentare la tensione. L’uso della parola “scontri” è tuttavia fuorviante in quanto sembrerebbe spartire le colpe a metà tra palestinesi e israeliani.
Anche l’Unione Europea si è detta preoccupata. Il portavoce della Commissione europea Peter Stano ha affermato:
L’UE è profondamente preoccupata per le crescenti tensioni e violenze a cui abbiamo assistito nella moschea di Al Aqsa e allo stesso tempo condanniamo con la massima fermezza gli attacchi a catena provenienti da Gaza verso Israele. Ribadiamo l’invito a tutte le parti ad esercitare la massima moderazione e ad astenersi da azioni che potrebbero contribuire ad aumentare ancora di più le tensioni.
L’escalation
L’escalation militare continua tutt’ora e non accenna a regredire. Giovedì 6 aprile le forze di Hamas avrebbero lanciato dal sud del Libano un numero considerevole di razzi diretti nel territorio israeliano. Nella notte tra il 6 e il 7 aprile Israele ha lanciato attacchi nel Libano meridionale e ha proseguito con i bombardamenti nella Striscia di Gaza. La guerra sembra vicina.