La rivincita dell’energia rinnovabile – “La difesa del carbone non ha giustificazioni economiche”. Così riporta Open, il giornale online di Enrico Mentana, condividendo con i propri lettori una succosa provocazione. Sarebbero questi gli ultimi dati di Eurofound, l’agenzia europea per il miglioramento delle condizioni lavorative.
Pare infatti che la transizione verde delimiterà nuovi posti di lavoro, nonché, ovviamente, una diminuzione dell’inquinamento. Sembrerebbe un dato piuttosto interessante in Italia, un paese che arranca nel valutare alternative di questo genere. I dati continuano dunque a confermare l’energia rinnovabile come un’opportunità a 360°: meno lavoro nell’industria mineraria, ma più posti nel settore rinnovabile; meno nel settore estrattivo, più nel settore edile – grazie alla costruzione di impianti di energia rinnovabile.
I buoni traguardi richiedono tuttavia qualche postilla: ricordiamo il conto da saldare con l’Onu e la riduzione del 40% del CO2 entro il 2030; l’innalzamento della temperatura resta tuttora un bel problema e la sua risoluzione richiede un impegno costante e unanime. Inoltre, bisogna tener conto del cambiamento di ogni singolo paese nel corso degli anni; le statistiche non tengono conto del costo dell’elettricità, per esempio, né degli investimenti che si dovranno prendere in considerazione. Il settore industriale, in particolare, dovrà apportare drastiche modifiche al proprio modus operandi, optando per una gestione del prodotto totalmente differente.
La questione economica, benché non sia certo la più problematica – almeno in confronto alle previsioni ambientali – resta un boccone amaro da digerire. La frequenza di alcuni fenomeni naturali, ormai all’ordine del mese, non sembra spaventare neanche le grandi potenze mondiali. Altrettanto non sembra fare l’inquinamento atmosferico, ormai una condizione di vita “necessaria” della nostra società: basta dare un semplice sguardo alle previsioni meteo per capire l’esatto momento in cui chiudere le finestre e tapparsi in casa.
Incrociare le dita non basta più: agire è l’unica prerogativa; resta comunque rassicurante sapere che, oltre a chi spreca e sproloquia, ci sia ancora chi studia.
Eugenio Bianco