Il reiterato tentativo di piazzare contratti e servizi telefonando a casa delle persone, se non addirittura in ufficio e sul cellulare dei consumatori, produce danni alle aziende rispetto al numero di nuovi clienti che riesce a procurare.
Oltre a un danno di immagine, multe da parte delle autorità di controllo e una situazione di stress tra chi la telefonata la deve fare (per lavorare) e chi la riceve.
Ma i grandi gruppi che vivono di servizi ai consumatori stanno cambiando strada.
Si tratta di Enel che ha annunciato che “non chiamerà più al telefono per stipulare nuovi contratti di fornitura per elettricità a gas“, a partire dal prossimo primo giugno.
Chi dovesse riceverne dopo tale data è sicuramente qualcuno che millanta.
Attenzione, però: i clienti che hanno già un rapporto consolidato con Enel potrebbero ricevere, in futuro, telefonate da parte dell’azienda ma soltanto per”dare indicazioni utili alla gestione della fornitura domestica” oppure, se ha dato il consenso “per illustrare promozioni commerciali a loro dedicate“.
La decisione di Enel è anche il frutto di campagne da parte di associazioni di consumatori che hanno dedicato copiose inchieste, nonché una raccolta firme per provvedimenti a favore della tutela della privacy.
Enel anticipa così le nuove norme, promesse dal Governo, per mettere uno stop al telemarketing selvaggio.
Infatti, l’approvazione definitiva del ddl Concorrenza sta faticosamente arrancando in Parlamento.
Anche se il testo è stato votato al Senato e ora all’esame della Camera,ha ricevuto diverse critiche dal Garante della Privacy.
Sembrerebbe che la norma relativa al telemarketing elimina il requisito del consenso preventivo per le chiamate promozionali, “liberalizzando” il fenomeno del telemarketing selvaggio e prevedendo come unica forma di tutela dell’utente la possibilità di rifiutare le sole chiamate successive alla prima.
Di un fenomeno collegato al telemarketing si è occupata, di recente, anche un’altra autorità di controllo.
L’Antitrust ha aperto un procedimento nei confronti proprio di Enel, insieme ad A2a ed Acea, per operazioni di recupero clienti passati ad altri operatori, approfittando della loro posizione dominante sul mercato.
Tutto ciò utilizzando dati già in possesso, compresi i numeri di telefono e indirizzi.
Insomma, una partita ancora del tutto aperta quella del telemarketing selvaggio.
Bisogna, però, ricordare che i numerosi operatori che effettuano tali chiamate lo fanno solo per sopravvivere.
Anna Rahinò