L’empatia, in Danimarca, diviene una vera e propria materia scolastica da far apprendere ai bambini.
L’empatia. Una singola parola che racchiude in sé così tanto. Comprendere, accettare, non giudicare, sentire, provare, unire e legare vite, persone, vissuti e condividere e aprirsi a emozioni, gioie, sofferenze, ricordi, passati e presenti propri e dell’altro.
L’empatia per entrare in contatto con l’altro e (ri)trovare se stessi.
È un dono, fondamentale per tutti. Per relazionarsi, per socializzare, per provare, emozionarsi e vivere.
È giusto “apprenderla” fin da bambini per poter in futuro essere degli adulti sereni e socialmente soddisfatti.
Per questo in Danimarca, l’empatia è divenuta una materia da insegnare a scuola.
Come si può insegnare l’empatia?
Una volta alla settimana, gli alunni si trovano a seguire l’ora di Klassens Tid, ovvero “Tempo di classe”. In questi 60 minuti, i bambini si relazionano con i loro compagni, si confrontano tra loro, mostrandosi, accettandosi, discutendo, palesando emozioni o possibili disagi, condividendo con i propri compagni problemi che ognuno di loro si trova a vivere e ad affrontare in famiglia o tra i banchi di scuola. Si parla, ci si ascolta e ci si confronta.
Un’ora in cui bambini e insegnanti si scoprono e imparano a comprendere, gestire e accettare le emozioni proprie e dell’altro.
Questa ora di empatia, infatti, è fondamentale anche per gli stessi insegnanti i quali, in questi 60 minuti, riescono a costruire un rapporto sincero e intimo con ogni alunno, imparando a conoscerli e a scoprirli uno ad uno.
In questa lezione di empatia, i bambini si ritrovano a sperimentare una particolare atmosfera che in Danimarca prende il nome di “Hygee”. Tutti, alunni e insegnanti, si ritrovano in un ambiente estraneo, altro, privo di pregiudizi, di vergogne, di prese in giro o di imbarazzo. Il clima è sereno, pacifico, accogliente e disteso.
Tutti sentono e percepiscono tutti. Tutti sentono e percepiscono se stessi.
Un ambiente che permette lo scambio di solidarietà e comprensione che va a sostituire un po’ il buon vecchio diario in cui si custodiscono gelosamente i propri segreti e le proprie emozioni.
In questo caso, non si affidano a delle pagine bianche ma all’altro.
Che sia questo il segreto dei danesi, considerati dal World Happiness Report 2016 una delle popolazioni più felici al mondo?!
Giulia Simeone