Letteratura lesbica: Emily Dickinson e Christina Rossetti

Emily Dickinson e Christina Rossetti

Nella metà del XIX secolo, tra regole non dette, classi sociali e aspettative, due donne fuori dal comune si uniscono alle voci che hanno contribuito ad arricchire il sottogenere della letteratura lesbica. 

Dopo Wu Zao e Anne Lister, è impossibile non soffermarsi sul prezioso contributo dato da Emily Dickinson e Christina Rossetti. Si tratta di due donne di diverse origini, ma con un destino e una mente drammaticamente simili.

Emily Dickinson, il “caso” fra i poeti

Emily Dickinson (1830 – 1894) è stata un vero e proprio “caso” fra i poeti. Tra la sua vita e le sue opere c’era un abisso. Da una parte abbiamo avuto lettere e poesie dense quanto la sua vita interiore, dall’altra abbiamo letto della sua vita esteriore, particolarmente monotona e austera.

Emily scrive quasi 1800 poesie e numerose lettere, grazie alle quali abbiamo avuto la possibilità di avvicinarci ai suoi pensieri e ai suoi rapporti, in particolare a quello con Susan Gilbert, che nei secoli è diventato preda di teorie e studi.

Uno di questi è stato pubblicato sul New York Times nel 1998 ed è considerato la svolta nell’interpretazione di questo rapporto. Attraverso un’analisi accurata delle lettere scritte dalla poetessa, grazie all’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati, è stato dimostrato che il nome di Susan era stato cancellato dalla maggior parte delle lettere prima della loro pubblicazione.

Amore eterno

Secondo alcune biografie è risaputo che Emily si sia innamorata diverse volte nella vita. Nella maggior parte dei casi si trattava di incontri casuali avvenuti nel salotto di casa Dickinson oppure di rapporti epistolari. Ma è probabile che l’amore più importante della poetessa è stato quello per Susan Gilbert, che è sempre rimasta un punto di riferimento nella vita di Emily.

Susan ha sposato il fratello maggiore di Emily, Austin, dichiaratamente per poter sopravvivere ai problemi economici e di immagine. Da alcune lettere indirizzate a entrambi traspariva la felicità della stessa Emily per questa unione, forse perché in questo modo Susan era diventata parte della famiglia. Ma in altre, al contrario, era tangibile la tristezza e l’amarezza di doverle stare lontano.

Non è il ricordo ad addolorarmi, no Susie, ma penso a tutti i luoghi soleggiati dove insieme ci siamo sedute, e forse è la paura che non ce ne saranno più a farmi venire le lacrime agli occhi.

– Lettera del 1852

Con il tempo, il rapporto tra Emily, Austin e Susie si è allentato, forse a causa della consapevolezza di dover tornare ai ruoli prestabiliti. In fondo Emily e Susan erano cognate. Dopo il 1856, infatti, non ci è dato sapere di come Emily abbia vissuto.

E forse proprio per l’impossibilità di vivere accanto alla persona amata, Emily decide di diventare un “nessuno”. Con l’isolamento rifiuta ogni ruolo imposto dalla società – non è moglie, non è madre, non è amante – e trova conforto unicamente nella scrittura.

Le lettere indirizzate a Susan raccontano una storia d’amore che non si è mai spenta e non è mai stata vissuta. All’epoca non sarebbe mai stata accettata e oggi è diventata un punto di riferimento nella cultura lesbica.

Tu non sei venuta a me, Tesoro, ma il Paradiso sì, così almeno ci parve, mentre camminavo l’una affianco all’altra chiedendoci se mai quella gioia che apparterrà un giorno a noi, possa oggi essere concessa a qualcuno.

La relazione tra Emliy e Susan ha ispirato anche la serie televisiva firmata Apple +, “Dickinson”, diventata parte della cultura pop di questi ultimi anni.

Christina Rossetti, una forza inimitabile

Christina Rossetti (1830 – 1894), è stata una poetessa inglese che, grazie all’ambiente di artisti, poeti e critici in cui è cresciuta, ha iniziato a comporre fin da giovane. È stata la prima autrice inglese ad essere candidata al prestigioso titolo di Poeta Laureato d’Inghilterra.

Christina visse da nubile, provvedendo a se stessa e alla sua famiglia grazie ai suoi lavori. La sua scrittura, potente e delicata, coincideva con il suo animo tormentato e fragile.

È molto meglio dimenticare e sorridere che ricordare ed essere tristi.

Christina riuscì a raccontare l’amore che non provò mai. Nei suoi scritti è riuscita a racchiudere tutta la nostalgia, la passione, la sensualità con un trasporto inimitabile.

Scegli l’amore non nei bassifondi, ma nel profondo.

Amore camuffato

La sua composizione più famosa è il poemetto “Il mercato dei folletti” (1862), in cui il simbolismo religioso e tematiche sessuali si uniscono e ruotano intorno alla libertà femminile. A prima vista può sembrare una semplice filastrocca, con protagoniste due sorelle in mezzo ai folletti, ma in realtà si tratta di una poesia con diversi livelli di lettura. Un vero e proprio incubo canticchiato.

Negli anni, la critica l’ha interpretato in diversi modi: come un’allegoria sulla tentazione e la redenzione, come un’opinione sui ruoli sessuali nell’epoca vittoriana. C’è stata anche una lettura queer di questa opera. Considerando la mentalità dell’epoca, è possibile che Christina abbia camuffato la relazione lesbica del suo poemetto dietro al rapporto tra due sorelle.

Emily Dickinson e Christina Rossetti sono state in grado di raccontare l’amore che non hanno mai vissuto, slegandosi per sempre dalle catene della loro epoca.

Carlotta Pinto

 

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