Parola d’ordine: internazionalizzazione. L’Emilia Romagna investe nella sua cultura, ma all’estero. Come? La Regione ha stanziato nel mese di Aprile 2019 un bando di 291.600 euro di finanziamenti per la realizzazione di progetti culturali. Il bando risultava accessibile ad enti pubblici e privati che avessero il fine di portare la cultura della regione all’estero.
La scadenza per la presentazione della domanda è già passata. L’interesse oggi va ai partecipanti selezionati, 29 per la precisione, dopo la rinuncia di uno. Osservando la graduatoria dei progetti ammessi al contributo, risultano le arti performative (teatro, danza) le più privilegiate. Spettacoli e tour teatrali percorreranno dunque le strade del mondo. Sono 57 le città che ospiteranno i progetti vincitori, di ben 27 paesi diversi: Africa, Asia, Nord e Sud America e alcune prestigiose capitali europee (Praga, Londra, Parigi, per citarne alcune) si preparano dunque a incontrare le eccellenze dell’Emilia-Romagna, da realtà regionale a simbolo italiano nel mondo. Nel compendio dei progetti selezionati non mancano anche manifestazioni multimediali e festival musicali.
I progetti promuovono un incontro culturale che sembra mettere da parte differenze nazionali. Il fine è infatti quello di creare una rete forte e nuovi spazi identitari. La globalizzazione coinvolge anche la cultura dunque, come sostiene l’antropologo svedese Ulf Hannerz ne “La complessità culturale” (1998):
In quanto sistemi collettivi di significato le culture appartengono innanzitutto alle relazioni sociali e ai network di queste relazioni. Appartengono ai luoghi solo indirettamente e senza una necessità logica.
Il bando della Regione Emilia-Romagna e i relativi progetti nascono con lo scopo di un miglioramento dell’immagine della regione all’estero, ma non solo.
Il fine è anche quello di creare una collaborazione interdisciplinare a livello mondiale con le altre rappresentanze culturali. Sono stati ammessi i progetti che hanno previsto nella loro proposta un carattere di maggior testimonianza della professionalità della cultura, materiale e immateriale, della regione.
“Artusi parla (anche) giapponese” della Fondazione Casa Artusi, Kyoto, Giappone; “Incontro Italia -Tunisia: spettacolo e laboratorio”, dell’Associazione Artemis Danza; “Gender Matters step 1 – tournèe tedesca nelle città di Amburgo, Berlino, Lipsia, Monaco dello spettacolo ‘Malanova’“. Questi sono solo tre esempi dei 29 progetti che prenderanno forma grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna e il carattere internazionale si evince già dai titoli.
La Regione Emilia-Romagna si dimostra a favore della diffusione della cultura in tutte le sue forme, in una chiave interdisciplinare che si sposa bene con la rete sempre più mondiale e meno circoscritta di ogni realtà culturale di oggi.
Dalle arti performative alle rappresentazioni artistiche ed espositive, dai seminari ai laboratori, oggi la cultura dell’Emilia-Romagna è sempre più connessa con l’estero. Tutto ciò si evince facilmente “dall’Accordo in materia di Promozione e Cooperazione Culturale” preso dalla regione.
Il sostegno della Regione Emilia-Romagna alle attività di promozione culturale emiliano-romagnola all’estero avviene in una logica di integrazione con altre politiche regionali di settore e parallelamente a politiche nazionali. Inoltre, grazie all’Accordo sottoscritto con il Ministero degli Affari esteri e Cooperazione internazionale, la Regione lavora da molti anni in stretta e fattiva collaborazione, anche finanziaria, con la sua rete culturale. Si tratta di iniziative di qualità e anche innovative, che fanno parte della ricca proposta del nostro territorio. (Massimo Mezzetti, Assessore alla Cultura)
Partendo dal presupposto che la diffusione della cultura genera benessere per tutti, l’esempio virtuoso dell’Emilia-Romagna è dunque doveroso di una segnalazione, come modello di un atteggiamento che andrebbe incrementato, non solo a livello regionale, ma anche nazionale.
La portata del patrimonio culturale italiano non è cosa nuova, ma spesso dimenticata. La cultura sarebbe infatti meritevole di essere maggiormente posizionata al centro dei programmi politici attuali.
Claudia Volonterio