Sulla differenziata la Sicilia resta al palo, tanti impianti non sono ancora pronti e Roma impone degli obiettivi da rispettare.
Rifiuti. Altrove una risorsa, in Sicilia una spina nel fianco. E’ sulla questione rifiuti che la Regione naviga a vista, sotto lo sguardo severo e vigile di Roma che, seppur non formalmente, di fatto la commissaria. “Poco o nulla” è stato fatto sulla prevenzione, la pianificazione e lo sviluppo per incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti. Questo, almeno, il verdetto che giunge dal Ministero dell’Ambiente, dopo la valutazione dei dati forniti dalla Regione stessa e dall’Ispra. Tanti, troppi dati negativi fanno sì che si tenti di dipanare la matassa a suon di ordinanze. Ecco le cifre su cui stendere il pietoso velo: raccolta differenziata ferma al 12,7% (meno del 2012), contro il 42,5% di media nazionale.
Inutile dire che i principali imputati di questo fallimento sono il governatore Rosario Crocetta con la sua giunta, oltre ai vari sindaci che negli anni hanno letteralmente ignorato o sottovalutato “l’affaire monnezza”. Insomma, ciò che Roma ora chiede a Palermo non sono neanche numeri da prestigiatore, quanto l’allineamento – finalmente – al resto d’Italia. Per capire di che arretratezza si parla, basti pensare alle discariche, fuorilegge ormai da anni in Europa. In Sicilia sono ancora oggi l’unico luogo preposto allo smaltimento. Peraltro non per molto, tenuto conto che sono al limite del collasso, consentiranno un’autonomia di smaltimento non superiore a 12 mesi. Il paradosso più grande è rappresentato dalle proporzioni eclatanti proprio nelle due città più grandi della Sicilia: Palermo in primis e Catania. A Palermo la raccolta differenziata si attesta vergognosamente ben al di sotto della già irrisoria media regionale, 7,8%; Catania scende dal 16,8% al 14,1%. Non sono da meno le altre province, che confermano questi trend negativi facendo apparire come mosche bianche Caltanissetta (21,4%) e Trapani (24,3%).
La gestione speciale dei rifiuti, da ieri, è stata prorogata fino al prossimo 30 settembre, per garantire servizio e lavoratori. Oltre a questa un’altra ordinanza da ieri è in vigore fino al 6 giugno e consente di continuare a conferire i rifiuti negli impianti regionali. Due proroghe, queste, concesse a patto che vengano rispettati i paletti imposti da Roma. Il primo è il lavoro febbrile promesso da Palazzo d’Orleans per completare la documentazione richiesta dal ministero, inerente la situazione degli impianti e le percentuali di raccolta differenziata. Non solo, Crocetta dovrà – si legge nel documento ministeriale firmato dal direttore generale Mariano Grillo – “attivarsi con solerzia” per giungere alla riorganizzazione della governance regionale di settore.
Una volta acquisita l’intesa con Roma, la Regione siciliana potrà emanare una nuova ordinanza della durata di sei mesi, durante i quali portare a termine la realizzazione degli impianti e incrementare le esigue percentuali di differenziata. Per fare ciò occorrerà attivare immediatamente una più efficace sinergia con i comuni, che saranno impegnati nella lotta all’evasione della Tari e nel difficile compito di riduzione dell’indifferenziata. Entro il 10 giugno, i presidenti delle Srr – Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti – dovranno redigere i Piani d’ambito, individuare i gestori e attuare con ogni mezzo l’incremento della raccolta differenziata. Senza se e senza ma, pena l’invio di commissari che centrino gli obiettivi entro fine giugno.
C’è poi la cosiddetta ecotassa, da introdurre entro il prossimo 30 ottobre per recuperare le somme dovute dai comuni, pena la sottrazione delle stesse dai trasferimenti di fondi alla Regione; gli accordi da stipulare con altri Presidenti di Regione che si rendano disponibili ad accogliere i rifiuti da smaltire.
Intanto, Crocetta e i suoi stanno provvedendo a fornire entro poco meno di una settimana un dossier che relazioni la situazione attuale sugli impianti regionali funzionanti e su quelli incompleti, con tanto di cronoprogramma per portare a termine i lavori. I prossimi obiettivi riguarderanno il rilascio delle autorizzazioni e l’avvio dei lavori per gli impianti di Enna, Gela e Messina, piattaforme di trattamento meccanico biologico e di compostaggio. Riguardo le strutture esistenti, se Bellolampo ha già un impianto di biostabilizzazione che consente il conferimento dei rifiuti, Siculiana presenta delle criticità da risolvere urgentemente.
Il cronoprogramma comprende anche la differenziata, che non dovrà essere aumentata di un tot generico, bensì di un minimo del 6% nel prossimo semestre. Per il governatore Crocetta, non è più tempo di perdere tempo.
Alessandra Maria