Di fronte all’emergenza climatica, alla Pre-Cop 26 di Milano, i giovani hanno dimostrato chiaramente di voler combattere in prima linea
La politica continua a non trovare accordi sostanziali sull’emergenza climatica, i grandi della Terra stentano a giungere ad un’intesa, ma i giovani non ne possono più.
E’ quello che emerge dalla Pre.Cop 26, l’incontro preparatorio della ventiseiesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) che si terrà a novembre a Glasgow e che la città di Milano ha ospitato dal 28 Settembre al 2 Ottobre.
Quattrocento giovani delegati, tra i 15 e i 29 anni, provenienti da tutto il mondo, decine di Ministri dell’Ambiente, Capi di Stato, rappresentanti ONU, sono intervenuti all’appuntamento italiano dedicato alla lotta ai cambiamenti climatici con un fitto calendario di iniziative ed eventi.
Youth4Climate
Ad aprire è stato l’evento Youth4Climate: due giovani per ognuno dei Paesi membri della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tra loro anche Greta Thunberg e Vanessa Nakate si sono divisi in gruppi di lavoro.
Tre giorni di workshop e dibattiti, in cui i giovani hanno incontrato i ministri giunti presentando le proprie proposte alla diplomazia internazionale per affrontare l’emergenza climatica e la conseguente catastrofe ecologica.
I discorsi di apertura
Prima di avviarsi ai tavoli di lavoro, i giovani hanno ascoltato i discorsi i di Vanessa Nakate, attivista ugandese, e Greta Thunberg.
La prima ha sottolineato che i paesi industrializzati non hanno mantenuto la promessa di donare 100 miliardi di dollari a quelli più poveri per aiutarli nella transizione ecologica. La Thunberg ha parlato del “bla, bla, bla” dei governi e della retorica delle conferenze intergovernative:
Sulla crisi climatica “dai leader mondiali sentiamo solo parole, bla bla bla. Le emissioni continuano ad aumentare. Possiamo invertire questa tendenza, ma serviranno soluzioni drastiche. E dato che non abbiamo soluzioni tecnologiche, vuol dire che dovremo cambiare noi. Non possiamo più permettere al potere di decidere cosa sia la speranza. La speranza non è un qualcosa di passivo, non è un bla bla bla. La speranza vuol dire la verità, vuol dire agire. E la speranza viene sempre dalla gente. Noi vogliamo giustizia climatica, e la vogliamo ora.
I temi proposti
I giovani si sono divisi in quattro gruppi di lavoro con i seguenti messaggi chiave: Inclusione dei giovani nelle decisioni riguardo l’emergenza climatica, ripresa sostenibile dopo la pandemia puntando su rinnovabili e risparmio energetico, obiettivi di zero emissioni per le aziende private e chiusura dell’industria dei combustibili fossili al 2030, un sistema educativo che renda consapevoli i giovani della crisi climatica.
Il programma
Giovedì 30, i giovani della conferenza hanno presentato il loro documento finale sul clima all’apertura della Pre-Cop26, con Sergio Mattarella e Mario Draghi e da remoto anche il premier britannico, Boris Johnson, e il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. I lavori della Pre-Cop26 sono proseguiti con una marcia colorata e chiassosa su Miliano di venerdì 1 ottobre, mentre sabato 2 ottobre si svolgerà la sessione plenaria sul “COP26 package” dove verranno adottate le considerazioni conclusive sulla crisi climatica.
La replica di Draghi
Voglio dire giusto una cosa sul “bla bla bla”: a volte è solo un modo per nascondere la nostra incapacità di agire. Ma quando ci sono queste trasformazioni epocali, è necessario convincere le persone che l’azione è necessaria. La mia sensazione è che i leader dei governi oggi siano tutti convinti che sia necessario e sia necessario farlo presto.
Lo ha detto il premier Mario Draghi nella replica prevista agli interventi dei giovani del Cop26 alla fine dello Youth4Climate.
L’intervento del Pontefice
In un messaggio al Consiglio d’Europa in vista della Cop26, il pontefice ha ammonito con toni duri le istituzioni sui rischi legati alla crisi climatica.
Ha affermato che è ora di un cambio di rotta e che bisogna agire in fretta.
Inoltre, ha ringraziato i giovani dello Youth4Climate per mettere in crisi gli adulti.
E’ infatti grazie ai giovani che gli “adulti” della politica stanno iniziando a trattare l’emergenza climatica con una considerazione diversa, riuscendo a vederla scevra dagli interessi economici e più vicina al futuro dei propri figli.
E se non saranno in grado ancora di adottare i giusti cambiamenti, probabilmente, le nuove generazioni riusciranno a farlo al posto loro.
Veronica Sguera