Emergenza ausili in Italia: il disastro nascosto che mette a rischio la vita dei disabili

Emergenza ausili in Italia

Nel panorama della sanità italiana, spesso passa inosservata una situazione critica che mette a repentaglio la qualità di vita di milioni di persone. E’ emergenza ausili in Italia, una realtà silenziosa e spesso ignorata, sta creando un divario nell’accesso a dispositivi vitali per i disabili.


In Italia, la fornitura di ausili per persone con disabilità è un processo cruciale per garantire adeguata assistenza e accesso alla migliore tecnologia possibile. Tuttavia, le procedure attuali presentano una serie di sfide che compromettono l’adattabilità, i tempi di consegna rapidi e l’accesso alle risorse necessarie per la riabilitazione e il benessere dei pazienti.

Metodologia di fornitura degli ausili

Secondo informazioni fornite dai tecnici ortopedici, dai fabbricanti e dai distributori di ausili, emerge un quadro eterogeneo in termini di procedure di fornitura e utilizzo del nomenclatore. Da un lato, 10 regioni continuano a fare affidamento sul vecchio nomenclatore DM 332 del 1999, mentre solo 5 regioni hanno adottato il DPCM Lea del 2017, che riguarda i Livelli Essenziali di Assistenza. Le differenze tra le regioni non si limitano all’adozione di questi strumenti, ma si estendono alle modalità di fornitura di ausili complessi, che variano da un’ASL all’altra all’interno della stessa regione.

Le procedure di fornitura includono

Emergenza ausili in Italia e implicazioni per i pazienti

Queste disomogeneità nelle procedure di fornitura di ausili hanno gravi implicazioni per i pazienti con disabilità. La principale preoccupazione è l’accesso ritardato agli ausili di cui necessitano per deambulare o comunicare. La mancanza di uniformità a livello nazionale nel processo di fornitura comporta ritardi nella consegna dei dispositivi, una scarsa adattabilità degli ausili alle esigenze individuali e in alcuni casi costi extra a carico dei pazienti stessi.

La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di ausili per disabilità gravi e complesse negli elenchi di ausili di serie, soggetti a procedure di gara d’appalto. Questo impedisce un’individuazione personalizzata dei dispositivi e ha un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti.

Origini delle disomogeneità

Le disomogeneità attuali nel processo di fornitura di ausili per disabilità sono in parte il risultato della riforma dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in Italia, un processo che ha avuto inizio oltre 10 anni fa e si è concluso con il DPCM del 12 gennaio 2017. Questo decreto include gli elenchi dei dispositivi medici destinati agli aventi diritto e con spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Sebbene la revisione degli elenchi abbia migliorato la disponibilità di prodotti, inclusi ausili tecnologici, ha anche creato incertezza nelle regole di fornitura, generando significative differenze tra le regioni.

Proposte per il futuro

Il Presidente dei Dispositivi Medici di Confindustria, Alessandro Berti, ha sottolineato la necessità di una revisione degli elenchi che affronti le problematiche legate agli ausili complessi. Si auspica la creazione di un “Elenco 1BIS” in cui inserire gli ausili adattabili, che possono essere individuati in base alle reali necessità dei pazienti. Questo rappresenterebbe un passo avanti verso la risoluzione delle anomalie generate dal DPCM del 2017.

La complessa procedura di fornitura di ausili per disabilità in Italia presenta sfide significative che influenzano la qualità della vita dei pazienti e generano disomogeneità a livello nazionale. La revisione degli elenchi e la creazione di procedure più uniformi potrebbero contribuire a migliorare l’accesso e l’efficacia della fornitura di ausili per persone con disabilità.

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