Molti mettono in dubbio l’impegno di Emergency di Gino Strada. L’associazione risponde e continua a lavorare duramente in silenzio.
C’è il messaggio di un “presunto medico” di Torino che da ore circola sui social, in particolare fra certi gruppi e utenti di una certa area politica, che mette in dubbio l’impegno di Emergency e di altre ONG nella lotta dell’Italia contro il Coronavirus.
Che fine hanno fatto le ONG? Gli stranieri li aiutano e il popolo italiano no? Non abbiamo bisogno noi di loro?
Quello che non sa questa gente, evidentemente abituata agli show costanti, ora per ora, di qualcun’altro, è che la gente seria e per bene lavora in silenzio.
E se chiamata in causa, risponde:
“In collaborazione con il Comune di Milano – fa sapere Emergency – consegniamo pasti, alimentari, farmaci e beni di prima necessità agli over 65, le persone in quarantena e le persone fragili.
Sempre a Milano, stiamo lavorando con il Comune per la prevenzione del contagio nelle strutture di accoglienza delle persone senza fissa dimora e dei minori non accompagnati.
Stiamo lavorando con la Direzione sanitaria dell’ospedale di Brescia per proteggere il personale sanitario e l’ospedale dal contagio.
Continuiamo a lavorare nei nostri ambulatori in Italia e, oltre all’attività ordinaria, facciamo prevenzione con un protocollo di triage che permette di individuare pazienti con sintomi compatibili con il virus, di informarli e indirizzarli ai servizi competenti in un’ottica di tutela della salute pubblica.
Non siamo soliti parlare di quello che fanno altre organizzazioni, ma – siccome la cita – sappiamo che anche Medici Senza Frontiere sta lavorando contro il Covid-19 nel lodigiano.
In un momento drammatico per l’Italia, cerchiamo di fare tutti la nostra parte. Evitare di diffondere calunnie potrebbe essere già un bel contributo”.
E tanto si doveva.
Emilio Mola