Emanuele Pirozzi si arrampica sull’obelisco e muore a seguito della caduta
Nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 giugno, Emanuele Pirozzi, un giovane ragazzo appena ventitreenne si trova con degli amici in piazza San Domenico Maggiore a Napoli, quando decide di arrampicarsi sulla guglia di San Domenico, il famoso obelisco barocco posto al centro della piazza.
Un gioco di cui si devono ancora accertare le dinamiche, ma sicuramente qualcosa di poco illuminato dalla ragione. Emanuele ha perso l’equilibrio ed è precipitato giù dall’obelisco. Gli operatori del 118 l’hanno soccorso e immediatamente portato in ospedale intorno alle 02:30 e proprio nell’ospedale di Loreto Mare è deceduto a causa dei numerosi traumi subiti.
Emanuele Pirozzi studiava musica elettronica al Conservatorio San Pietro a Majella che tiene il portone chiuso in segno di lutto. La Consulta studentesca si sta riunendo per parlare di questa tragedia verificatasi in una notte d’estate.
Un gioco di equilibrio ha spezzato una giovane vita e oggi la domanda è soltanto una: “Perché?”. La mancanza di equilibrio che ha tolto la vita al giovanissimo Emanuele è la stessa mancanza di equilibrio, tutt’altro che fisico, che l’ha spinto a quella folle impresa e anche la stessa che ha indotto gli amici presenti a stare a guardare.
Ancora da accertare è se nel corpo dei ragazzi vi fosse un’alta dose di alcol o una percentuale di sostanze stupefacenti. Ciò che è certo è che Emanuele Pirozzi non è più qui a causa di un gioco e sicuramente poca consapevolezza del pericolo.
Cosa facevano gli amici mentre Emanuele Scalava l’obelisco? Lo incitavano a salire più in alto oppure a scendere giù? Come si sono sentiti quando hanno visto il suo corpo cadere e come quando si sono resi conto che il sangue in terra era proprio il suo? E soprattutto: cos’ha pensato il giovane quando si è reso conto di aver perso la presa? Ha avuto tempo per pensare e rendersi conto che ha dato la sua vita in cambio di un gioco?
Maria Giovanna Campagna