Emanuel Macron vola nei sondaggi e strizza l’occhio all’Europa

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Emanuel Macron non è un politico come tanti. È giovane, dinamico, pacato e concreto. Non è me di destra ne di sinistra. Prende i voti da tutti con il suo In Marcia. Prende le lodi dagli scontenti della destra di Les republicanins che non gradiscono Fillon. Le stesse lodi arrivano dagli scontenti socialisti che non vedono Hamon all’altezza. Forse sarà il fatto che questi due grandi partiti non saranno protagonisti per la prima volta nella storia francese. Forse per questo cercano già di salire sulla barca del presunto vincitore, sta di fatto che Macron piace. L’arrivo di Macron al vertice dei sondaggi sembra un colpo di fortuna. Invece è una strategia studiata. Nonostante la sua giovane età, 39 anni, ha alle spalle una bella carriera. Ha lavorato per la banca Rothschild, è stato funzionario della presidenza socialista della Repubblica e ministro dell’Economia. I sondaggi sono dalla sua parte anche se un terzo della popolazione francese sostiene di non sapere ancora a chi dare il proprio voto. Il programma di Macron non ha nulla di innovativo, è un classico programma neo liberista. La forza è lui. Lui riesce ad attirare a se le simpatie di molti. E il suo programma è disegnato per piacere da destra a sinistra. È una nuova politica che non si riesce bene a collocare e per questo è affascinate.

Come dicevo Macron piace. Piace sopratutto all’Europa. Un Europa che ultimamente sembra concentrarsi sulla preghiera contro i populisti. In Francia il nemico è la Le Pen e l’amico è Macron. L’amico insieme a Jurgen Habermar e Sigmar Gabriel hanno avuto un dibattito alla Hertie School of Management di Berlino. La sua posizione è molto europeista e ribadisce che un nuovo asse tra Parigi e Berlino, come agli albori dell’unione, possa ricostruire un New Deal per il successo dell’Europa. Macron aveva già avuto un colloquio con la cancelliera Merkel è ha dichiarato di avere “una grande sintonia di vedute”. Il primo passo verso il successo sono le riforme. “Se vogliamo essere credibili, noi francesi dobbiamo innanzitutto mettere in ordine casa nostra, ridare fiducia ai cittadini. Su questo sono stato aperto con la cancelliera. Noi tedeschi e francesi dobbiamo lavorare assieme, ma prima la Francia deve recuperare credibilità, che è l’unico modo per ricostruire la fiducia tra i due paesi”.

Habermas è di tutto altro avviso. Sostiene che buona parte della colpa di un fallimento dell’Europa è da attribuire alla Germania. “Non è un fatto della vita che la ridistribuzione sia solo un problema nazionale. Può essere una discussione che attraversa le frontiere della famiglia europea”. Inoltre sostiene che l’austerità è colpevole delle differenti crescite del PIL, dell’inflazione e del debito. E conclude dicendo che “L’Europa è destinata a fallire se la Germania non sarà capace di ridurre le divaricazioni. Il fallimento dell’Europa sarebbe probabilmente attribuito alle indecisioni della Germania”.

Macron rimane delle sue idee e vuole far crescere la fiducia della popolazione nell’Europa, una fiducia che si affievolisce sempre più. Queste sue parole fanno sperare in bene per l’Europa che fa il tifo per lui. I sondaggi sono dalla sua parte, piace in tutte le latitudini politiche, l’Europa lo osanna. Manca solo il verdetto delle urne, ma occhio ai rivali. La Le Pen sembra non farsi intimidire nonostante la diano già per sconfitta. Sarà una battaglia all’ultimo voto.

Claudio D’Adamo

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