Indifesi e indifendibili, oppressi, dimenticati. Sono loro i protagonisti del libro “Difendersi” di Elsa Dorlin, edito da Fandango Editore. Una vera e propria genealogia e storia dell’autodifesa.
Non vi mentirò…nell’aprire la prima pagina di questo volume ho fatto fatica. Mi sono chiesta: “Ho davvero voglia di leggere un libro così impegnato ed impegnativo in un periodo così pesante dove si avrebbe solo voglia di svago e leggerezza?” . 300 pagine dopo, la risposta è assolutamente sì. Ora più che mai. Ecco perchè…
Esigenza di difendersi
“Una linea di demarcazione storica oppone i corpi “degni di essere difesi” da coloro che, disarmati o resi indifendibili, rimangono esposti alla violenza del potere dominante”
Difendersi per non soccombere
Da leggere perché…
Non capita spesso di mettersi dalla parte del più debole. Non capita spesso di conoscere e approfondire. Le vicende degli ultimi spesso sembrano così lontane per tempo e spazio, eppure sono così vicine. Leggere questo libro aiuta, oltre che a vedere sotto un aspetto diverso questi movimenti e atteggiamenti di reazione, a ricordarsi che al mondo c’è sempre qualcuno che soffre e che troppo spesso viene ignorato. Con le dovute differenze, farlo in questo momento in cui a soffrire è anche chi è abituato ad un ruolo di primo piano aiuta a capire ancora di più la nostra fortuna.
C’è chi a combattere la propria guerra si è trovato solo, senza mezzi, abbandonato, con lo spirito di sopravvivenza come unica arma, senza alternative. Con il rischio di farlo nel modo sbagliato, senza una guida. E chi invece si lamenta di dover combattere una battaglia dalla comodità delle proprie case, tutti insieme, con il supporto della comunità globale.
Beatrice Canzedda