C’è istinto animale e istinto animale: siamo animali nella rabbia e nella violenza, ma anche nell’amore verso l’altro e nel senso di protezione empatica verso i nostri simili: come il pinguino imperatore.
L’istinto animale è un’ arma a doppio taglio, è la scusa con cui uno si tira fuori da situazioni disdicevoli. “Ho agito d’istinto”, ci piace dire quando si tratta di spiegarsi qualcosa del nostro comportamento che invece proprio non ci spieghiamo.
L’istinto di reagire male, di dare voce alla rabbia più irrazionale, di tradire, di assecondare impulsi, di chiudersi a riccio. L’istinto è la scusa per ferire e per avere il diritto di sentirsi traditi.
Pensavo a questo, tempo fa, e mi venivano in mente i leoni, le iene, i rapaci, i gatti quando giocano con le lucertole e non le uccidono per divertirsi a guardarle contorcersi.
Pensavo a quanta corrispondenza ci sia tra l’essere umano e le altre specie viventi, ma pensavo anche che le analogie non sono solo nell’istinto di fare male. Ci sono anche nell’istinto di proteggersi, di accudire, di coccolare e di difendere.
Pensavo al pinguino imperatore.
Un volatile che non sa volare, pesa 60 kg ed è alto fino a 115 cm.
Vive nell’Antartide e resiste con temperature che scendono fino a -60°, organizza colonie numerose di elementi della stessa specie, si dispone sul ghiaccio in formazione specifica per proteggere i suoi piccoli e gli altri pinguini dal freddo glaciale.
Si dispone in cerchio, lasciando che alcuni dei volatili si collochino nel mezzo di questo per assorbire il calore dei corpi degli altri, poi si scambia e fa uscire chi prima era all’interno. Continuando a scaldare e a lasciarsi scaldare. Affidandosi per sopravvivere, per non soccombere al freddo.
Ma la più grande prova che il Pinguino Imperatore deve affrontare è quella di dare vita ai suoi piccoli.
La femmina di pinguino depone un uovo che poi abbandona per due mesi nell’arco dei quali si allontana per cercare cibo, in zone ricche di calamari, pesce e krill. Nel frattempo, il maschio pinguino “cova” l’uovo, ma senza sedersi sopra di esso, riscaldandolo tra le zampe e coprendolo con una parte della propria pelle. Quando l’uovo si schiude, il piccolo è in serio pericolo per la bassissima temperatura e per la carenza di cibo. Per fortuna, la sua mamma torna per rigurgitare tutto il cibo mangiato e nutrire così il cucciolo, dando il cambio al padre che a sua volta intraprende il viaggio verso le provviste e la sopravvivenza.
Non mi colpisce tanto il ritmo serrato con cui i pinguini vivono la loro vita, quanto il loro modo di essere devoti l’uno verso l’altro.
Covano e proteggono i piccoli per l’altro, portano il cibo aspettano l’altro per mesi proteggendo i cuccioli.
Resistono nel vento, nella neve, nel ghiaccio, e in quanto ci sia di meno ospitale al mondo.
Si aspettano per tutta la vita e regalano la vita all’uovo che proteggono.
Il pinguino imperatore mi commuove.