Un ritratto di Eli Wallach: il brutto di Sergio Leone, che ha interpretato anche l”amante tenero’ di Marilyn Monroe, con una carriera che passa da Broadway a Hollywood
“Il buono, il brutto, il cattivo” è uno dei più celebri film della storia. Capolavoro del regista italiano Sergio Leone, ha definitivamente consacrato il genere spaghetti western. Pur condividendo l’ambientazione di classici statunitensi come “Ombre rosse” e “Mezzogiorno di fuoco”, il western all’italiana si distingue per la presenza di personaggi più complessi. Questi sono spesso antieroi interessati solo al denaro, e più in generale al proprio tornaconto. Il film conclusivo della famosa “Trilogia del dollaro” è quello che meglio di tutti ne sintetizza le caratteristiche, rendendo immortali i suoi tre protagonisti: Clint Eastwood, Lee Van Cleef ed Eli Wallach. E per decenni, ognuno di loro è stato associato al rispettivo ruolo di questo film.
Ma se Eastwood e Van Cleef hanno sostanzialmente mantenuto i rispettivi ruoli (introducendo al massimo alcune sfumature), Eli Wallach ha intrapreso una strada completamente diversa.
Una carriera all’insegna della varietà
Wallach, classe 1915, si era formato all’Actors Studio di New York, famosa scuola di recitazione che insegnava ai suoi allievi il metodo Stanislavskji. Quest’ultimo si basa sull’approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra questi e l’attore. Eli Wallach divenne uno degli allievi più celebri della scuola e il suo grande talento recitativo gli permise di interpretare ruoli diversissimi tra loro. Quando debuttò al cinema “Baby Doll” (1956) aveva 11 anni di esperienza a Broadway, dove aveva interpreto “La rosa tatuata”, “Il rinoceronte” e “Camino Real”. La sua capacità di affrontare con disinvoltura ruoli comici, drammatici, eroici e ambigui non incontrò lo stesso successo ad Hollywood. Il mondo del cinema infatti lo vide sempre più spesso come un perfetto interprete degli antagonisti, stereotipo che lo accompagnerà per tutta la carriera.
Eppure, Wallach mai ha rinunciato al celebre ghigno di Tuco, il personaggio de “Il buono, il brutto, il cattivo”, e mai ha abbandonato il teatro. Forse l’unico palco su cui questo straordinario attore, mancato 6 anni fa all’età di 98 anni, ha potuto sfoggiare appieno il suo talento.
Riccardo Ruzzafante