Elezioni parlamentari in Grecia: sono chiamati al voto 9,8 milioni di elettori, tra questi un’ampia porzione di giovani che votano per la prima volta. I sondaggi danno in vantaggio l’attuale presidente del consiglio Kyriakos Mitsotakis e il suo partito di centrodestra conservatrice Nuova Democrazia. Al secondo posto se la gioca La Coalizione della Sinistra Radicale – Alleanza Progressista Syriza, capitanata da Tsipras.
La nuova legge elettorale
In base alla riforma del sistema elettorale voluta da Syriza nel 2016, ma applicata per la prima volta solo a queste elezioni, su 300 seggi in parlamento 280 verranno assegnati proporzionalmente, mentre 20 verranno attribuiti al partito che ottiene più voti (rimane inoltre la soglia di sbarramento al 3%).
Lo scopo della riforma in senso proporzionale di Syriza era quello di favorire la formazione di coalizioni piuttosto che il governo schiacciante di un singolo partito che non rappresentasse le minoranze. In effetti, la prospettiva della vittoria di un singolo partito sembra improbabile, poiché si è calcolato che per arrivare a questo risultato tale partito dovrebbe ottenere almeno il 46% dei voti. Di conseguenza, appare molto più probabile la necessità di formare coalizioni, anche se risulta difficile immaginare che le forze politiche in campo siano disposte a scendere a compromessi. In particolare, l’unica coalizione che appare plausibile è quella di Syriza con i socialisti del Pasok-KINAL di Nikos Androulakis.
Se non si riuscirà a formare un governo di coalizione sarà indetto un secondo turno elettorale per il mese di luglio. L’ulteriore complicazione che caratterizzerà questo secondo turno di elezioni parlamentari in Grecia sarà il cambio della legge elettorale voluto da Kyriakos Mitsotakis durante la sua presidenza, che dovrebbe entrare in vigore proprio con questa seconda tornata elettorale. In particolare, questo nuovo cambiamento reintroduce il premio di maggioranza di 50 seggi se il partito votato ottiene più del 40%.
Le forze politiche in campo: i risultati dei sondaggi
I sondaggi di oggi, domenica 21/05/2023, danno in vantaggio il partito di centrodestra conservatrice Nuova Democrazia. In particolare, le preferenze per il partito dell’attuale presidente del consiglio Kyriakos Mitsotakis sembrano attestate attorno al 34%. Il secondo partito con più preferenze sembra essere Syriza di Alexis Tsipras, che si attesta attorno al 28%. Al terzo posto si collocano i socialisti del Pasok-KINAL di Nikos Androulakis con circa il 10% di preferenze. In quarta posizione, con il 7-8% si trova il KKE, il partito comunista greco di Dīmītrios Koutsoumpas. Infine, con il 3% di preferenze troviamo il partito Mera 25 (il Fronte della Disobbedienza Realistica Europea) guidato da Janis Varoufakis.
Secondo alcuni osservatori, ma anche secondo quanto affermato dallo stesso Tsipras, i risultati dei sondaggi sarebbero poco affidabili, poiché svolti principalmente al telefono e in generale con metodi tradizionali che difficilmente sono in grado di intercettare la fetta di popolazione più giovane.
Le questioni centrali nei diversi programmi elettorali
I cavalli di battaglia di Nuova Democrazia sono quelli della competitività e dell’efficienza economica del paese. In particolare, Mitsotakis promette una crescita annua del PIL del 3% anche grazie all’aumento di investimenti diretti all’estero da parte della Grecia. A questi aggiunge la promessa di ridurre la disoccupazione al di sotto del 8%. Nel programma rimane completamente da parte la questione dell’erosione dei salari reali e delle pensioni avvenuta negli ultimi anni anche a causa dell’innalzamento dei tassi di inflazione. Non ci sono dunque molti dubbi sull’ ipocrisia della mission paventata sul sito di Nuova democrazia, ovvero quella di agire in accordo ai principi di giustizia sociale ed eguaglianza; a meno che per eguaglianza non si intenda un mero principio formale che, ignorando le differenze nel punto di partenza, non fa altro che inasprire la distanza tra i superricchi e le classi sociali meno abbienti. Forse risulta più onesta la seconda parte dello slogan che invoca i principi neoliberali di competitività e meritocrazia. Tali principi danno la misura dell’orientamento alla massimizzazione del profitto del partito, a spese di chi oggi vede il proprio stipendio divorato dal caro-vita e le condizioni di vita e lavoro divenire sempre più precarie.
“[…] Senza la sicurezza pubblica, la paura infuria, la libertà non prospera”, questo Il passaggio successivo del testo di presentazione del partito relativo alla sicurezza pubblica. L’indignazione è inevitabile se si pensa che ad aver immaginato questo slogan sono proprio i responsabili dell’esternalizzazione di un servizio pubblico come quello del trasporti che ha condotto al peggiore incidente ferroviario della storia greca, che ha portato alla morte di ben 57 persone.
Syriza si focalizza sull’aumento di salari e pensioni, così come sulla riduzione dell’orario di lavoro settimanale e l’abolizione del fondo di salvataggio delle banche della Grecia Hellenic Financial Stability Fund. Sebbene queste riforme sembrino essere agli antipodi del programma portato avanti da Nuova Democrazia, non bisogna dimenticare che, al di là della campagna elettorale, Syriza ha già dimostrato in passato di seguire alla lettera i parametri economici di crescita imposti dall’Unione Europea. L’atto che ha decretato a pieno titolo l’ingresso di Syriza nel terreno della realpolitik risale al 2015. Questo è l’anno in cui Tsipras accetta, in controtendenza a quanto decretato dal referendum popolare, il pacchetto di aiuti europei a cui erano connesse fondamentalmente le stesse condizioni di austerità che il leader di Syriza aveva dichiarato di combattere quando era salito al potere.
Il partito di centro-sinistra Pasok-KINAL presenta posizioni simili a quelle di Syriza, mettendo l’accento, oltre che sull’aumento dei salari, anche sulla questione della transizione ecologica e sull’afforzamento del sistema sanitario.
Il KKE si pone in netta contrapposizione ai tre partiti dati come favoriti ai sondaggi, condannando senza remore tanto i partiti di centro-destra, quanto quelli di centro-sinistra, che al di là delle distinzioni formali hanno perpetuato le stesse politiche economiche neoliberali antipopolari, in linea con i dettami dell’Unione Europea. In particolare, il KKE riconosce come emblematico del carattere di tali politiche, portate avanti tanto da Syriza quanto da Nuova Democrazia, proprio l’incidente ferroviario di marzo. Eventi del genere appaiono strutturali laddove i criteri dell’azione politica sono il profitto e la crescita economica fini a sé stessi. Per questo motivo, il KKE invita ad immaginare una società più giusta basata sulla “proprietà sociale di tutti i mezzi che producono ricchezza nel nostro Paese, le fabbriche, le grandi imprese, i porti, gli aeroporti, le ferrovie. In modo che non operino più per il profitto di ogni “investitore” – rapinatore, ma per soddisfare i bisogni sociali”.
Considerazioni conclusive
Il risultato di queste elezioni parlamentari in Grecia appare molto incerto. Anche se i sondaggi al momento danno in vantaggio Nuova Democrazia di Kyriakos Mitsotakis, sembra difficile immaginare che tra i giovani ci sia realmente consenso per un partito che ha sulla coscienza il tragico incidente di marzo, che ha generato un’enorme ondata di proteste in tutte il paese. Sembra poi improbabile la vittoria schiacciante di un partito sugli altri; più probabile appare la necessità di formare un governo di coalizione. Siccome le forze in campo non sembrano particolarmente intenzionate a scendere a compromessi, non è da escludere il secondo turno a luglio.
In generale, visto l’operato tanto di Syriza quanto di Nuova Democrazia in passato, sembra che per quanto riguarda le politiche economiche, un po’ come accade in Italia, non vi si ad oggi alcuna differenza sostanziale tra il centro- destra ed un centro- sinistra compiacente ad ogni richiesta dell’Unione Europea. In questo senso l’unica voce fuori dal coro può provenire dai seggi che riuscirà ad aggiudicarsi il KKE.