Elezioni Midterm USA: repubblicani e democratici si scontrano sui diritti

Mancano 3 giorni alle Elezioni Midterm USA, attese per il 6 novembre prossimo, che vedrà il confronto dei programmi politici di Democratici e Repubblicani su diritti umani, economia, politica estera.

Nel rispetto dei termini e dei tempi previsti dalla Costituzione, il Midterm si svolge ogni due anni dall’elezione del Presidente, coincidendo perfettamente con il rinnovo o il cambio di quest’ultimo, che avviene ogni quattro anni.

Donald Trump punta al Midterm per accrescere il consenso fra i suoi elettori, attualmente al 46% – in salita rispetto al passato – grazie alla crescita di una forte economia ed al vertiginoso abbassamento del tasso di disoccupazione, tendenza positiva avviata dal predecessore Barack Obama che, ovviamente, il tycoon rinnega.

Il team dei senatori democratici

elezioni midterms 2018La controffensiva vede in corsa alle elezioni Midterm USA vede un variegato gruppo di Senatori democratici in rappresentanza delle minoranze (donne, trans, afroamericani, musulmani).

Fra questi figurano: Alexandria Ocasio Cortez, 28 anni, padre del Bronx e madre portoricana, con una laurea in Economia, è la probabile protagonista della futura politica progressista.

Andrew Cuomo, due volte governatore dello stato di New York, votato con percentuali altissime, si prevede il suo terzo mandato e, non ultima, l’ipotesi di una probabile candidatura come Presidente nel 2020. Cuomo inoltre sembra legato ai poteri forti di Wall Street ed assicura una certa stabilità economica allo Stato federale.

Stacey Abrams, 45 anni e nata nel Mississippi, ha studiato a Yale e, dopo i primi passi in politica ad Atlanta, la senatrice afroamericana punta ad allargare l’assistenza sanitaria e alla lotta al razzismo, attraverso il pragmatismo e il dialogo.

Conor Lamb, ex marines di 33 anni, pupillo della borghesia democratica americana, si presenta con la proposta dei college gratuiti e con un consistente programma di tagli contro le tasse ed in favore dell’assistenza sanitaria.

Christine Hallquist, transgender di 62 anni, boschi, villaggi e campus sono diventati un caso nazionale nel Vermont, quando si è candidata fra le file dei democratic.

Jahana Hayes, di estrazione poverissima, figlia di madre eroinomane ed ella stessa madre a soli 16 anni, è arrivata alla laurea con fatica e sofferenza, proviene dal Connecticut, combatte per il diritto allo studio e l’insegnamento.

Rashida Tlaib, avvocatessa musulmana di 42 anni, madre single di due figli, si batte per i minimi salariali a 15 dollari l’ora e per l’abolizione dell’ICE, l’agenzia che si occupa di identificare, detenere e deportare i migranti.

Le restrizioni del governo Donald Trump

Per i repubblicani di Donald Trump il Midterm rappresenta un traguardo a cui bisogna arrivare rimanendo legati al programma della campagna elettorale, primo fra tutti l’abolizione delle riforme Obama, in aggiunta alla cancellazione dello ius soli e di un perentorio dietro front sull’identità di genere dei transgender. Trump ha definito “assurdo” che i figli di immigrati, per il solo fatto di essere stati partoriti negli USA, possano essere riconosciuti cittadini statunitensi: inoltre per il Presidente in carica valgono solo due generi, maschile e femminile, così come biologicamente determinato alla nascita. La Sanità degli Stati Federali non può più fornire assistenza a chi ha deciso di cambiare sesso: dura opposizione di LGBT e di 1.400.000 americani che si sono rivolti alla chirurgia per cambiare i dati sulla loro carta di identità.

Trump è stato duro anche nei confronti degli immigrati, oltre alla ‘questione Messico’ (di cui è stato protagonista lungo la frontiera per la separazione dei minori dai genitori), avvisa di voler inviare un esercito di 15mila soldati per fermare la marcia di oltre 2mila persone in cammino dall’Honduras. Ennesima virata contro il diritto d’asilo per i migranti.

Rossella Grasso

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