Elezioni in USA: Biden è il nuovo Presidente, ma l’incertezza è la vera vincitrice

Elezioni in USA

Dopo giorni di attesa le elezioni in USA si concludono decretando Joe Biden vincitore. Il risultato ottenuto nella sua Pennsylvania è stato determinante per superare la soglia dei 270 grandi elettori necessari ad accedere alla Casa Bianca.

Nonostante i problemi legati alla pandemia la partecipazione è stata altissima: 67%, il dato di affluenza più alto in più di 100 anni, a conferma dell’importanza di questo appuntamento elettorale. Un altro dato importante è la quantità di voti ricevuti da Biden (alla fine del conteggio saranno probabilmente circa 80 milioni) che fanno di lui il presidente più votato nella storia delle elezioni in USA.

Il voto postale

Come previsto, il voto postale è stato decisivo per stabilire la vittoria delle elezioni in USA. Il mondo intero è rimasto col fiato sospeso durante il conteggio delle schede arrivate via posta. Meccanismo che Trump non ha perso tempo a denunciare ancor prima dell’ election day. Non solo: il presidente uscente ha provveduto a nominare un suo fedelissimo come direttore generale delle poste e a un taglio dei fondi. Questo al chiaro scopo di rallentare e complicare la procedura che, a suo avviso, non ha legittimità.

Accuse e proteste

La polemica è stata portata avanti anche dai suoi sostenitori, che si sono radunati per protestare invocando il riconteggio delle schede. Mentre Biden faceva appello alla pazienza degli elettori, sottolineando l’importanza di contare ogni singolo voto, Trump twittava furioso di fermare il conteggio e il suo staff ha già annunciato azioni legali in alcuni stati. L’accusa scagliata contro i democratici di aver truccato le elezioni non ha, per il momento, alcun fondamento.

Per Trump la sconfitta non è un’opzione

Se c’è una promessa che Trump manterrà sicuramente è quella che di non accettare la sconfitta. Il risultato delle elezioni in USA mostra che il sostegno al presidente uscente è ancora fortemente radicato. In termini assoluti, i voti per Trump sono addirittura aumentati rispetto a quelli ottenuti alle elezioni del 2016.

La polarizzazione di questo risultato ci mette di fronte ad un paese radicalmente diviso e la frustrazione e la rabbia dei cittadini sembrano destinate a crescere.

Le proteste (e le centinaia di arresti) seguite alle elezioni in USA, organizzate sia dai sostenitori che dai detrattori di Trump, hanno già mostrato lo scenario di forte contrapposizione che si sta aprendo nel paese.
Dobbiamo aspettarci che Trump farà di tutto per cavalcare l’onda del malcontento e per complicare la vita al suo successore.

Uno scenario complesso

Il nuovo Presidente dovrà probabilmente fare i conti con una maggioranza repubblicana al Senato e ha già pronunciato un appello all’unità per il bene del paese. Anche alla Camera, dove i democratici si aspettavano di ottenere una netta vittoria, i repubblicani hanno ottenuto un buon risultato bilanciando il numero dei seggi tra le due fazioni. Inoltre, con la nomina della giudice Amy Coney Barret (che sostituisce la progressista Ruth Bader Ginsburg), alla Corte Suprema l’orientamento maggioritario sarà conservatore. Il nuovo Presidente si troverà ad operare in un contesto istituzionale potenzialmente avverso alle sue idee, oltre che in un paese profondamente diviso.

All’amministrazione Biden spetta l’ingrato compito di farsi largo tra le macerie lasciate da quattro anni di presidenza sconsiderata e totalmente priva di lungimiranza politica.

Tutto questo nel pieno di una pandemia che ha portato gli Stati Uniti ad essere il primo paese al mondo per numero di contagi.

Affrontare l’emergenza sanitaria

È probabile che l’impegno di Biden sarà prevalentemente concentrato a risanare le ferite interne del paese. Per quanto riguarda la gestione dell’emergenza sanitaria, Biden ha promesso che sarà la sua priorità. Ha anche annunciato di voler rivedere la decisione del suo predecessore di abbandonare l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre, potrebbero essere introdotte misure anti-Covid più stringenti e una maggior responsabilità dello Stato centrale nell’effettuazione dei test. Nel lungo periodo la sfida di Biden consisterà nel ripristinare e ampliare il piano per la sanità pubblica voluto da Obama.

Il successo del neoeletto Presidente dipenderà molto da come riuscirà a gestire la pandemia. Il problema che si pone è però che una buona parte dell’elettorato di Trump ha creduto e probabilmente continuerà a credere alle sue affermazioni scriteriate e infondate riguardo al virus, rendendo ancora più arduo il compito di Biden.

Politica estera

Un ulteriore punto di incertezza riguarda il futuro della politica estera statunitense. Nonostante sia chiaro che Biden non porterà avanti l’isolazionismo sovranista di Trump, non pare lecito aspettarsi un cambiamento radicale rispetto agli anni della presidenza Obama nella gestione degli affari internazionali. Il probabile ritorno al multilateralismo e la predilezione per un approccio diplomatico nella gestione dei conflitti sono sicuramente dei punti positivi. Ma non è detto che siano sufficienti ad appianare le crescenti tensioni con alcuni importanti attori internazionali come Cina, Russia e Iran.

Diritti civili

Le proteste degli ultimi mesi del movimento per i diritti civili Black Lives Matter hanno posto nuovamente all’ordine del giorno la questione della giustizia sociale. Biden ha già dichiarato di non aver intenzione di accogliere la richiesta degli attivisti di riformare o tagliare i fondi ai corpi di polizia, pur non rimanendo insensibile alle loro istanze.

L’incognita che si pone è in che modo il Presidente affronterà le problematiche di razzismo, esclusione, violenza e quali saranno le risposte concrete di fronte alla povertà e le disuguaglianze sociali nel paese.

Sul fronte dei diritti civili delle persone Lgbtq+ Biden ha mostrato in più di un’occasione il suo sostegno. Ricordiamo, tra l’altro, il suo contributo per l’evoluzione delle posizioni di Obama in questo senso. La vera sfida per lui sarà prevalentemente “culturale” per sensibilizzare la parte più conservatrice del paese.

Le sfide di Biden

Il vincitore delle elezioni in USA si troverà dunque ad affrontare almeno tre nodi centrali: la gestione dell’emergenza sanitaria, l’eredità disastrosa dell’amministrazione del suo avversario e problemi endemici e strutturali del paese. Nonostante l’enorme quantità di voti ricevuti da Biden è indubbio che una grande percentuale di questi sia prevalentemente un voto “anti Trump”, piuttosto che un reale consenso verso il democratico. Questo elemento non può essere sottovalutato e Biden dovrà dimostrare tutta la sua abilità nel capitalizzare le preferenze accordategli.

Inoltre, nei mesi che ci separano dalla cerimonia di insediamento, il presidente uscente potrebbe approfittare dei suoi poteri in modo difficilmente prevedibile. È facile intuire che Trump ricorrerà ad ogni mezzo a sua disposizione per contestare il risultato delle elezioni in Usa.
Quello che è più difficile prevedere è come il paese reagirà e se la nuova amministrazione Biden sarà in grado di proporre soluzioni convincenti per ricucirne le divisioni.

Giulia Della Michelina

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