Elezioni in Thailandia: un voto per il cambiamento

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La scorsa domenica i progressisti e pro democrazia del Move Forward hanno ottenuto una vittoria storica durante le elezioni in Thailandia. Il risultato viene considerato un duro colpo contro l’attuale regime sotto la guida dei militari.

Il Move Forward, guidato da Pita Limjaroenrat, ha ottenuto 152 seggi su 500 nella camera bassa. Il Move Forward, sfida le principali istituzioni thailandesi, monarchia ed esercito, e chiede una vera riforma istituzionale. Il secondo partito è il Pheu Thai, guidato dalla figlia dell’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, che chiede riforme economiche e si colloca contro la giunta militare. Il risultato delle elezioni in Thailandia rappresenta una grande voglia di cambiamento nel Paese.

Il cambiamento significativo dell’opinione pubblica

La Thailandia è una monarchia costituzionale. Il Paese ha cambiato 17 costituzioni dal 1932 ad oggi. Nelle varie versioni della costituzione il primo ministro è sempre definito come il capo del governo. Quella del 2007, invece, prevede l’elezione diretta dei membri della camera bassa.




La costituzione del 2007 è stata approvata dopo il golpe del 2006 contro il governo di Thaksin Shinawatra. Questo golpe ha creato un conflitto politico tra i poteri democratici e quelli militari. Successivamente, nel 2014 c’è stato un ultimo colpo di stato che ha posto fine alle divergenze tra i due poteri.

Nel 2019 è entrato nel parlamento thailandese il Future Forward come terza grande forza. Il partito chiedeva riforme politiche, inclusa la restrizione del potere delle forze armate, e suggeriva il cambiamento della monarchia. A causa delle sue posizioni, il Future Forward è stato sciolto dalla Corte Costituzionale nel 2020. Nasce così il Move Forward che ha sostituito il Future Forward diventando così il partito di opposizione al Parlamento.

Sempre nel 2020 sono iniziate le proteste contro il governo. Le principali richieste erano: scioglimento della camera, fine dell’intimidazione del popolo e stesura di una nuova costituzione. I protestanti chiedevano anche una riforma della monarchia thailandese. Le ondate di proteste sono proseguite fino alla fine del 2021.

Tra democrazia e militarismo: i progressisti possono formare un governo?

La democrazia non può essere scontata. I thailandesi hanno votato per il cambiamento con un’affluenza da record. C’è, però, grande incertezza sul futuro del Move Forward. Il partito ha già un’alleanza con Pheu Thai per formare il governo ma dovranno cercare il sostegno di altri partiti per raggiungere una maggioranza assoluta (376 seggi). Il timore è che anche il Move Forward rischi di essere sciolto come è accaduto al Future Forward.

Per eleggere il primo ministro è necessario avere la maggioranza delle camere combinate (750 seggi). Il senato non eletto della Thailandia è composto da 250 seggi ed è nominato interamente dai militari. Questo organo ha precedentemente votato per un candidato pro militare. Ciò significa che i partiti di opposizione hanno bisogno di quasi il triplo dei voti nella camera bassa per poter formare un governo.

Nonostante i vari scenari dell’attuale quadro politico, queste elezioni mostrano che il voto per il cambiamento espresso dal popolo non può essere ignorato ancora a lungo. 

Nazlican Cebeci

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