Alla seconda chiamata di elezioni in Francia, avvenuta nella giornata di ieri, il Nuovo Fronte Popolare sbaraglia il partito di ultra destra di Le Pen, Il Rassemblement National. Di colpo, le piazze sono gremite di gente che rivendica in maniera netta l’antifascismo, un sentimento ancora vivo e che ha dato prova di resistenza. Dopo i primi sondaggi sulle elezioni in Francia infatti, già dal pomeriggio di ieri, migliaia sono state le persone scese nelle strade delle grandi città – in particolare, a Parigi – a festeggiare per la vittoria del partito di sinistra, ma sopratutto per la sconfitta dell’onda di estrema destra che aveva preso potere al primo turno delle elezioni in Francia.
Elezioni in Francia: NFP supera Macron e RN nelle proiezioni iniziali
Le elezioni in Francia hanno riservato sorprese significative. L’alleanza dei partiti di sinistra, conosciuta come Nuovo Fronte Popolare (NFP), è emersa come la principale forza politica, superando la coalizione del presidente Emmanuel Macron e l’estrema destra del Rassemblement National (RN). Secondo le prime proiezioni, nessuno dei blocchi è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta di 289 deputati necessari per governare.
Il partito di Le Pen, nonostante sia entrato nell’Assemblea Nazionale con un numero storico di deputati, stimato tra 115 e 155, non ha raggiunto la maggioranza assoluta, deludendo le aspettative del primo turno. La coalizione centrista di Macron, Ensemble pour la République, ha mostrato una resistenza sorprendente con 150-180 eletti, rispetto ai 250 del giugno 2022. Tuttavia, non ha raggiunto i numeri previsti dai sondaggi.
Il Nuovo Fronte Popolare è sicuramente la prima forza politica di queste elezioni in Francia, con 172-215 deputati secondo le stime iniziali, e ha consolidato la sua posizione come la forza politica predominante nel paese. Questa alleanza riunisce il Partito Socialista, Europe Écologie Les Verts e La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, segnando una significativa avanzata della sinistra nella politica francese.
Accompagnata dalla vittoria schiacciante e più che mai festeggiata del fronte di sinistra francese, si trova anche una grande partecipazione politica della popolazione. La percentuale di affluenza alle urne si è dimostrata sempre molto alta, sopratutto per dimostrare la necessità di arginare l’estrema destra. Il 67% – la più alta percentuale dal 1981 – dei francesi infatti si è recato al voto, riflettendo un significativo coinvolgimento elettorale. La Francia ieri ha dimostrato che si può fermare l’onda sovranista e i nuovi fascismi, smentendo tutte le false verità dei partiti reazionari come RN.
Reazioni e dichiarazioni Post-Elettorali: dalle dimissioni alle richieste di incarichi
Dopo i risultati delle elezioni in Francia, Macron ha dimostrato quindi di poter effettivamente fermare l’estrema destra, nonostante il suo partito e la sua alleanza non abbiano avuto un estremo successo alle urne. Intanto, il primo ministro Gabriel Attal ha annunciato che presenterà le sue dimissioni al presidente Macron, ma potrebbe rimanere in carica fino alla conclusione delle Olimpiadi che la Francia ospiterà. L’affluenza alle urne è stata del 67%, la più alta dal 1981, riflettendo un significativo coinvolgimento elettorale.
Il partito socialista è sicuramente uno dei protagonisti di queste elezioni in Francia: in una dichiarazione, Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise, ha sottolineato l’importanza di una nomina di un primo ministro della coalizione di sinistra. Mélenchon ha esultato caldamente per i risultati delle elezioni in Francia, ringraziando la popolazione francese come unica e sola ragione di un tale risultato.
I Repubblicani hanno invece ottenuto 45 seggi, con il partito che si è distanziato dal loro presidente formale, Eric Ciotti, a causa della sua decisione autonoma di allearsi con RN. I candidati vicini a Ciotti sono stati conteggiati tra quelli del Rassemblement National. Marine Le Pen ha dichiarato che la vittoria è solamente “in differita” e che non può essere “scoraggiata da un risultato in cui si duplicano il numero dei loro deputati” – che passeranno infatti da 89 a 143.
L’entusiasmo del popolo
Dopo i primissimi sondaggi delle elezioni in Francia, avvenute tra il pomeriggio e la serata di ieri, le piazze hanno cominciato a riempirsi di persone in festa, uniti dai cori “Siamo tutti antifascisti”. Il popolo ha decretato la sua posizione: eliminare l’estrema destra. Melénchon ha sottolineato che il popolo francese non è fatto di “machismo, omofobia, razzismo, islamofobia e antisemitismo”, che non è realmente composto come lo ha narrato il RN. Il popolo “non è una questione di lingua, di religione o colore della pelle, ma è fatto di interessi comuni”.
Ringraziando in particolare i giovani, giovanissimi e tutti gli abitanti dalle banlieue e i quartieri popolari, Mélenchon ha promesso che non ci sarà nessun cambiamento nel programma elettorale e che qualsiasi legittimazione dei potere di NFP deriverà direttamente dalla volontà collettiva.
Incertezza su nuove alleanze politiche
I risultati delle elezioni in Francia non solo sovvertono quelli del primo turno, ma anche le previsioni e le aspettative recenti che vedevano RN come il partito vincente. Nessuno dei blocchi ha raggiunto la maggioranza assoluta, creando incertezza su quale tipo di alleanza potrebbe emergere per governare.
In serata, l’Eliseo ha comunicato che il presidente Macron attenderà la composizione della nuova Assemblea Nazionale per decidere il nuovo primo ministro. Tradizionalmente, il presidente nomina un primo ministro dal partito di maggioranza, e se scelto dal NFP, si verificherebbe una coabitazione tra presidente e primo ministro di diverse famiglie politiche. Secondo l’articolo 12 della Costituzione Francese infatti, la nuova Assemblea Nazionale deve insediarsi il “secondo giovedì dopo le elezioni”, che cadrebbe quindi al prossimo 18 luglio. Il nuovo organo legislativo non potrà essere sciolto fino al 2025, sempre secondo la legge.
Gli scenari politici rimangono però molto incerti: nonostante il blocco del secondo turno, la destra è comunque riuscita ad aumentare i seggi in Parlamento, e la sinistra è assai ben lontana dalla maggioranza per governare in maniera autonoma. I partiti del NFP hanno celebrato separatamente i risultati senza dichiarazioni congiunte e hanno unanimemente escluso un’alleanza con la coalizione di Macron per ottenere la maggioranza assoluta. Alcuni politici, tra cui Gabriel Attal, avevano ipotizzato una coalizione larga che includesse i partiti di Macron e NFP, un’opzione ostacolata dall’opposizione reciproca tra Macron e La France Insoumise.
Cosa ci dicono le elezioni in Francia
Sebbene le elezioni in Francia, sopratutto i risultati del secondo turno, abbiano ridato alla popolazione francese – e in parte europea – un sospiro di sollievo e una nuova speranza nell’antifascismo, la crisi della politica francese è più che mai visibile. Bisogna ricercare le ragioni profonde e insite del perché la destra abbia vinto nel primo turno di elezioni e perché, più in generale, non è uscita totalmente sconfitta da queste elezioni legislative.
Il liberalismo macroniano ha sicuramente aiutato l’ascesa al quasi-potere dell’estrema destra: disuguaglianze sociali ed economiche, gestione neo-liberale della finanza, limitazione del Welfare State, completa assenza nelle aree periferiche rispetto alle grandi città. A ciò, si è aggiunto nel corso degli anni un inasprimento delle pene e della repressione dei movimenti sociali dal basso, sopratutto nelle manifestazioni, oltre a riforme a danno della popolazione francese e del benessere umano.
Con i risultati delle elezioni in Francia, il popolo francese ha dimostrato di avere ancora fiducia nei corretti e costituzionali processi democratici. Ora, nonostante l’incertezza, sta alla classe politica mantenere la promessa di estirpare l’ultra-destra e di lavorare per il bene comune cittadino.