Elezioni in Croazia: vincono i conservatori ma non ottengono la maggioranza

Elezioni in Croazia Croazia: elezioni anticipate in vista, Parlamento sciolto

Croazia: elezioni anticipate in vista, Parlamento sciolto

L’esito delle elezioni in Croazia non lascia dubbi: confermata la vittoria dei conservatori al potere, che però non riescono a conquistare la maggioranza nell’assemblea parlamentare. Negli ultimi mesi, il paese ha dovuto affrontare un clima politico turbolento, a causa di forti proteste anti-governative che hanno portato allo scioglimento anticipato del Parlamento lo scorso 15 marzo, su spinta dei Socialdemocratici. Le manifestazioni, alimentate da accuse di corruzione e critiche riguardo a presunte tendenze autoritarie del governo di Andrej Plenković, hanno scosso il paese. All’alba del nuovo mandato dell’assemblea parlamentare, questo complesso scenario pone il paese di fronte a un periodo di difficili negoziati politici, fondamentali per raggiungere una maggioranza stabile e formare un nuovo governo.

Elezioni in Croazia: la vittoria dei conservatori

Le elezioni in Croazia che si sono tenute ieri, mercoledì 17 aprile, hanno delineato il nuovo scenario politico del paese. Il Primo ministro in carica Plenković ha guidato l’Unione Democratica Croata (HDZ) alla conquista di 61 seggi su 151 nell’assemblea. Nonostante la vittoria, i risultati delle urne segnalano un declino rispetto ai 66 seggi ottenuti dal partito nelle elezioni del 2020.

La coalizione di centro-sinistra, guidata dai Socialdemocratici (SDP), ha ottenuto 42 seggi, confermando una presenza significativa e un’opposizione solida nel panorama politico croato. Emergono anche altre importanti fazioni, come il partito di destra Homeland, il cui risultato di 14 seggi sottolinea la diversità ideologica all’interno dell’assemblea e promette di influenzare le dinamiche legislative future. Inoltre, formazioni più di nicchia, come un partito ultra-conservatore e uno di sinistra verde, hanno conseguito rispettivamente 11 e 10 seggi, aggiungendo ulteriori sfumature alla complessa mappa politica del paese.

Queste elezioni hanno anche visto un aumento della partecipazione, con un tasso del 60% rispetto al 47% del 2020, indicando un crescente interesse e coinvolgimento dei cittadini nel processo democratico croato.

La campagna elettorale

La campagna elettorale ha visto contrapposti Plenković e Zoran Milanović, il Presidente in carica della Crozia: nonostante la sua partecipazione alle elezioni sia stata ritenuta incostituzionale da parte dei giudici e manifestamente incompatibile con il suo ufficio, questo non ha impedito al 57enne di proporsi come candidato di SDP.

Durante l’aspra campagna, Plenković ha enfatizzato il successo dell’adesione della Croazia all’Eurozona e a Schengen, offrendo una prospettiva di stabilità e continuità nel contesto internazionale attuale. Ha annunciato miglioramenti economici e sociali, tra cui salari minimi garantiti intorno ai mille euro, una proiezione di ulteriore riduzione dell’inflazione e della disoccupazione, oltre a nuovi investimenti nelle grandi infrastrutture.

Dall’altra parte, Milanović ha adottato una strategia basata sugli scandali di corruzione che hanno coinvolto diversi ministri del partito conservatore, spingendo su questa tematica per ottenere consenso elettorale. Tuttavia, queste accuse non sembrano aver influenzato significativamente gli elettori. Le elezioni in Croazia sono state infatti viste da molti come un momento cruciale per valutare la popolarità di Plenković e di HDZ, che domina la politica croata dall’indipendenza del paese nel 1991.

Per la terza volta consecutiva, l’HDZ ha vinto in modo convincente le elezioni parlamentari“, ha detto Plenković ai suoi sostenitori.

Il futuro delle coalizioni

A fronte della vittoria dei conservatori, Plenković ha annunciato con fermezza che l’HDZ avvierà immediatamente il processo di ricerca di una nuova maggioranza parlamentare per costituire il governo, dando il via a un momento cruciale per il futuro politico del paese: “da domani, ci impegneremo per assicurarci la maggioranza parlamentare al fine di poter formare il governo“. La sua determinazione non assicura però che l’HDZ riuscirà a ottenere il sostegno necessario per formare una coalizione stabile.

Si sollevano perciò una serie di interrogativi: quanto sarà difficile conciliare le diverse visioni e interessi dei partiti coinvolti nei negoziati? E quali compromessi saranno necessari per raggiungere un accordo soddisfacente per tutte le parti coinvolte? Queste incertezze alimentano il clima politico già teso, mentre la Croazia si prepara ad affrontare un periodo di negoziati e compromessi cruciali per il suo futuro.

 

Elena Miscischia

 

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