Elezioni in Catalogna: i nuovi rapporti tra Sanchez e gli indipendentisti

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Le elezioni in Catalogna di ieri, domenica 12 maggio, hanno segnato un momento di svolta nel panorama politico spagnolo, con il Partito Socialista catalano (PSC) che ha sorprendentemente ottenuto la vittoria. Con il 27,94% delle preferenze e 42 seggi su 135, il PSC ha superato i partiti indipendentisti che tradizionalmente avevano dominato la scena politica catalana. Gli indipendentisti catalani però non raggiungono la maggioranza assoluta.  Questo risultato ha sollevato una serie di domande sul futuro della Catalogna e sulle relazioni con il governo centrale a Madrid.

Un cambiamento nel panorama politico

Le elezioni in Catalogna hanno prodotto un risultato inatteso: la vittoria del Partito Socialista catalano (PSC) di Salvador Illa, che si è assicurato il 27,94% delle preferenze, conquistando 42 seggi su 135. Questo segna un cambiamento significativo, poiché per la prima volta dal 2003 i partiti indipendentisti non hanno ottenuto la maggioranza parlamentare.

Il successo del PSC, guidato da Salvador Illa, segna una svolta nel panorama politico catalano. Nonostante la vittoria, il PSC è lontano dalla maggioranza assoluta per il Parlamento – per cui è richiesta la vittoria di 68 seggi -, aprendo la strada a un periodo di incertezza politica. Questo risultato indica una crescente frammentazione del sostegno agli ideali indipendentisti, aprendo spazio per nuove dinamiche politiche e negoziati.

Per quanto riguarda i risultati degli altri attori nelle elezioni in Catalogna, troviamo il Partito popolare – di orientamento politico a destra, ma non nazionalista – in aumento di 3 seggi, con un totale di 15; Vox, invece, avrebbe conquistato 11 seggi. A questo punto ci troviamo ad un bivio: o il PSC propone un’alleanza per arrivare alla maggioranza così da formare il nuovo governo, oppure, nel peggiore dei casi, il popolo catalano sarà chiamato una seconda volta alle urne.

Il declino dell’indipendentismo

Partiti come Junts per Catalunya, guidato da Carles Puigdemont, e Esquerra Republicana de Catalunya (ERC) hanno subito una battuta d’arresto dopo oltre venti anni, non ottenendo la maggioranza dei seggi come previsto. Questo segnala una crisi nel movimento indipendentista catalano e solleva domande sul futuro dei partiti indipendentisti e delle loro politiche. Sebbene i partiti che aspirano alla secessione della Catalogna conservino un sostegno significativo, il calo nei seggi indica una possibile ridefinizione degli obiettivi e delle strategie politiche.

Le elezioni in Catalogna hanno visto la popolazione votare per il parlamento locale; ora, dopo questi esiti, si deve procedere con la formazione di un nuovo governo regionale. Come anche hanno sostenuto numerosi politologi internazionali, nonostante i partiti secessionisti siano molto influenti in Catalogna, non rappresentano più la maggioranza della popolazione. Si è visto infatti che, negli ultimi tempi, la politica di questi partiti non verteva più solamente sull’indipendentismo – unico e solo pilastro di propaganda politica – ma ha toccato altri temi altrettanto importanti, andandosi così ad uniformare con l’agenda politica dei partiti non indipendentisti.



Inoltre, nel 2017, uno dei leader dei partiti indipendentisti, Carles Puigdemont, ha tentato una sorta di colpo di Stato per ottenere l’indipendenza, attraverso l’indizione di un referendum illegale. Questo è stato un duro colpo che, secondo gli opinionisti e politologi spagnoli e catalani, ha portato l’indipendentismo verso un lento fallimento.

Il ruolo del governo centrale

Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha sostenuto una politica di dialogo e convivenza con la Catalogna, che sembra aver ottenuto risultati positivi. Nonostante ciò, dopo queste elezioni in Catalogna, la formazione di un nuovo governo catalano potrebbe portare a nuove sfide e negoziati. Il sostegno esterno dei partiti indipendentisti catalani al governo centrale potrebbe essere influenzato dalle dinamiche politiche interne alla Catalogna, portando a una rinegoziazione delle relazioni tra Madrid e Barcellona.

Sicuramente le elezioni in Catalogna possono fungere come cartina di tornasole per la politica di Pedro Sanchez. Questi esiti infatti hanno dato la possibilità al governo centrale di analizzare quanto l’indipendentismo sia forte e sentito in Catalogna: ma dopo aver visto gli esiti e le percentuali di affluenza alle urne, la giornata di ieri è stata una specie di vittoria per il governo di Sanchez. 

Nonostante lo stesso Sanchez sia stato accusato, negli anni, di essere troppo clemente nei confronti degli indipendentisti, il Presidente spagnolo ha concesso mote grazie e amnistie a chi era coinvolto nel referendum illegale, liberandoli così dal carcere e dalle pene. Si può quindi notare come il lavoro di dialogo e confronto pacifico tra le varie forze portato avanti da Sanchez, sia stato sempre moderato con modalità efficaci. Lo stesso Premier, poco dopo le pubblicazioni delle elezioni in Catalogna, ha condiviso un post su X, parlando di una “nuova tappa in Catalogna per migliorare la vita della cittadinanza e rafforzare la convivenza”.

D’altro canto però, bisogna dire anche che dietro ai progetti politici di Sanchez si nasconde un sano opportunismo del Premier stesso, che vuole mantenere caldo il proprio governo. Sanchez infatti sa bene che il suo governo è sostenuto anche dai due partiti indipendentisti più forti nella scena politica: Junts e ERC. In ogni caso, i pronostici lasciano intendere che la vita politica dei partiti indipendentisti sarà destinata a molto più dialogo e confronto, abbandonando la storica strada dello scontro per l’indipendenza.

Prospettive future dopo le elezioni in Catalogna

Il PSC dovrà cercare alleanze con altri partiti, come ERC e Comuns, per formare un governo stabile. I socialisti, attualmente, sono infatti alla ricerca di altri 16 seggi, vitali per raggiungere la maggioranza e costruire così il Parlamento regionale. La strada verso la governabilità potrebbe essere complicata, con la possibilità di nuove elezioni in caso di stallo politico. La ricerca di un equilibrio tra gli interessi nazionali e regionali sarà cruciale per la stabilità politica e economica della Catalogna e per il mantenimento delle relazioni con il governo centrale.

Un’altra fonte di preoccupazione per le sinistre al governo e al parlamento è anche la crescente onda dei partiti di destra. Nonostante le sponde come Vox non siano necessari per la formazione del governo o di qualsiasi alleanza istituzionale, i risultati delle elezioni in Catalogna hanno sottolineato come il seguito, che i partiti di destra registrano, è in una crescita lenta ma continua. 

Commento del premier spagnolo

Pedro Sánchez ha accolto il risultato storico del PSC come un passo verso un futuro migliore per la Catalogna. Ha sottolineato l’importanza di ampliare i diritti e rafforzare la convivenza nella regione, aprendo la porta a una nuova fase di speranza e trasformazione. Il primo ministro è ben consapevole che dovrà affrontare le sfide di una possibile ridefinizione delle dinamiche politiche regionali e nazionali, mantenendo un equilibrio tra le varie forze politiche e sociali in gioco.

Lucrezia Agliani

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