Tra l’8 e il 9 giugno, tutti gli italiani maggiorenni saranno chiamati alle urne per eleggere i rappresentanti del Paese all’Unione Europea. Per un voto consapevole, è importante conoscere i temi in gioco e le posizioni dei candidati
Europee 2024 alle porte per i Ventisette. Tra il 6 e il 9 giugno, verranno eletti 720 membri del Parlamento europeo. Sono circa 358 milioni di cittadini europei chiamati al voto, tra cui 20 milioni di giovani alla prima esperienza di voto europeo.
Tra i temi prioritari per i cittadini, ci sono: guerre in Europa e nel suo vicinato, autoritarismo crescente e radicato, erosione della democrazia e dello Stato di diritto in patria e all’estero, povertà e disuguaglianza, attacco ai diritti umani nell’UE e nel mondo e cambiamenti climatici.
Importante è anche il ruolo dei giovani. Secondo un’indagine del Consiglio Nazionale Giovani, in Italia, il 47% di questi si recherà alle urne, contro il 43% degli over 54. Tuttavia, i giovani dichiarano di non sentirsi abbastanza coinvolti.
Per gli under 35, i temi affrontati nella campagna elettorale non riflettono le loro preoccupazioni e priorità. Solo l’8% dei giovani si ritiene molto soddisfatto dal dibattito politico sulle Europee, mentre 6 giovani su 10 reputano che quest’ultimo non stia affrontando adeguatamente criticità ed esigenze.
In particolare, hanno identificato come priorità chiave: lavoro e occupazione (39%), scuola e università (18%), formazione post-scuola/università (18%) per lo sviluppo di nuove competenze professionali, e cambiamento climatico.
Visti i grandi temi che orienteranno il voto dei cittadini europei, è importante tenere conto dei programmi elettorali dei candidati al Parlamento europeo.
Europee 2024: come agisce il Parlamento europeo?
Il Parlamento europeo è l’unico organo dell’Unione ad essere eletto direttamente dai cittadini.
Elezioni che, a loro volta, vanno a influire sulla Commissione europea. In quanto i suoi membri vengono approvati dai parlamentari in carica.
Collaborando insieme al Consiglio dell’UE – che comprende i governi dei 27 Stati membri dell’UE – e alla Commissione europea – che propone la legislazione – il Parlamento propone, discute e approva leggi che riguardano la vita di molte persone in tutto il mondo.
Inoltre, ha il compito di monitorare l’azione degli altri organi dell’UE. Per questo, tiene dibattiti, invia lettere, e adotta risoluzioni che denunciano illeciti o chiedono azioni specifiche alla Commissione e al Consiglio.
In questo, spesso, il Parlamento fa riferimento al diritto internazionale in materia di diritti umani.
Infine, il Parlamento europeo determina i rapporti dei 27 membri dell’Unione con i Paesi extra-UE.
Approva trattati commerciali e bilaterali, denuncia violazioni dei diritti umani, e sollecita l’UE nel prendere misure per affrontarli.
Democrazia, libertà e giustizia: cosa vogliamo dal Parlamento UE
Negli ultimi due anni, abbiamo assistito, in diversi Paesi, a crescenti preoccupazioni per lo Stato di diritto e l’integrità delle istituzioni democratiche. Restrizioni alla società civile e alla libertà dei media in Ungheria, Grecia, Polonia, Francia, Italia. Detenzioni arbitrarie, abusi di potere, criminalizzazione del dissenso.
Per questo, è importante anche che la giustizia internazionale sia libera e corretta.
In questi ambiti, l’azione del Parlamento europeo è importante e, spesso, persino essenziale.
Difatti, ha esortato gli Stati membri dell’UE ad affrontare collettivamente l’erosione dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria, e ha agito per proteggere il bilancio dell’UE dalla corruzione. Ha chiesto misure in risposta alla cattura della magistratura in Polonia, e si è schierato a favore dei giornalisti e della libertà dei media, adottando un nuovo regolamento per la libertà, l’indipendenza e il pluralismo dei media (EMFA).
Inoltre, il Parlamento europeo ha contribuito alla liberazione o al miglioramento della situazione di molti attivisti, avvocati e giornalisti ingiustamente incarcerati. Ne ha chiesto il rilascio e la protezione durante i dibattiti e le visite nei Paesi, e ha incoraggiato le altre istituzioni dell’UE a prenderne le difese.
Per quanto riguarda la giustizia internazionale, tutti gli Stati membri dell’UE hanno aderito alla Corte penale internazionale (CPI) e si sono impegnati a proteggere l’integrità e l’indipendenza della Corte. In alcuni casi, l’UE ha sostenuto il lavoro della Corte internazionale di giustizia. Ma non sempre ha dato risposte coerenti nel chiedere assunzioni di responsabilità, soprattutto per quanto riguarda le guerre in Ucraina e a Gaza. Ciò, ha generato nei cittadini la percezione di “due pesi e due misure” nel sostegno dell’UE alla giustizia.
Perché il proprio voto alle Europee 2024 garantisca che l’UE sia responsabile nei confronti dei cittadini e dei loro diritti, è necessario verificare il posizionamento di candidati e partiti in merito a:
- Denuncia di abusi e sostegno di difensori dei diritti umani in tutto il mondo, senza eccezioni
- Esortazione delle istituzioni e dei Paesi dell’UE ad agire contro i governi oppressivi, e a utilizzare l’influenza politica ed economica per chiedere responsabilità e progressi in materia di diritti umani
Inoltre, per sostenere l’indipendenza e l’integrità della CPI, i candidati scelti come membri del Parlamento dovranno:
- Sostenere il lavoro e l’indipendenza della Corte penale internazionale, ovunque nel mondo senza eccezioni, ed esortare altri Paesi ad aderire alla Corte
- Rafforzare il sostegno dell’UE e degli Stati membri al perseguimento dei reati internazionali nei Paesi in cui vengono commessi, nelle giurisdizioni internazionali miste o nei tribunali nazionali europei
Europee 2024: un voto può contribuire a salvare il Pianeta
Il cambiamento climatico è stato definito come la crisi che definisce, e definirà, la nostra epoca.
In tutto il pianeta, persone di ogni età e fascia sociale si mobilitano perché governi e istituzioni si impegnino nella difesa dell’ambiente e del clima, e perché la società diventi più green e sostenibile.
In risposta alle richieste dei cittadini europei, nel 2023, il Parlamento ha approvato una legislazione fondamentale chiamata Regolamento UE sui prodotti a deforestazione zero (EUDR).
Di conseguenza, a partire da gennaio 2025, le aziende dovranno “ripulire” le loro catene di approvvigionamento. Ciò significa che milioni di tonnellate di merce venduti nell’UE dovranno essere prodotti senza ricorrere alla deforestazione, e in condizioni che rispettino i diritti delle popolazioni forestali.
Perché il proprio voto sia anche un voto a favore dell’ambiente, è necessario osservare il modo in cui candidati e partiti si collocano in quanto a:
- Avviamento di azioni efficaci per il clima per proteggere i diritti umani e il pianeta
- Responsabilizzazione delle aziende sui propri impatti negativi sull’ambiente e sul clima
Gestione dei migranti e rispetto delle minoranze: le sfide dell’UE
L’Europa è una delle mete principali per migranti, rifugiati e richiedenti asilo di tutto il mondo. I quali, come è stato evidenziato da numerose inchieste, affrontano violenze e respingimenti alle frontiere dell’UE.
Questo perché, nel tentativo di gestire i flussi migratori, l’UE e i suoi Paesi membri stringono patti e accordi poco trasparenti, dal valore di miliardi di euro, con Paesi esteri – come Libia, Tunisia, Marocco, Mauritania e altri – che non hanno nessun interesse nel rispettare i diritti umani.
Proprio perché il ruolo dell’UE nella gestione del fenomeno migratorio è finito spesso sotto indagine, da parte di esperti e ONG, Il Parlamento europeo ha invitato la Commissione europea ad agire concretamente contro i respingimenti, e ha sollecitato un’azione proattiva dell’UE per salvare vite umane in mare.
Inoltre, ha esortato l’agenzia dell’UE per le frontiere, Frontex – anch’essa coinvolta in numerose inchieste – a essere trasparente e a rispettare i diritti umani nel suo lavoro.
Un altro ostacolo all’integrazione, nell’Unione Europea, è la perduranza di disuguaglianze e discriminazioni contro minoranze razziali, etniche e religiose. Atteggiamenti alimentati dalle narrazioni negative sulle minoranze promosse da politici e media e dalla riluttanza dei governi europei a fare i conti con le proprie eredità coloniali; che finiscono per dare vita a nuove leggi e pratiche sempre più discriminatorie.
Per fronteggiare questa situazione, nel 2020, la Commissione europea ha adottato il primo Piano d’azione dell’UE contro il razzismo. In più, nel dicembre 2023, i deputati del Parlamento hanno presentato una bozza di risoluzione che invitava i governi europei a riconoscere le ingiustizie storiche perpetuate dal colonialismo e a impegnarsi per le riparazioni. Questa bozza, però, non è mai diventata legge.
Per un voto consapevole alle Europee 2024, è importante considerare la posizione dei candidati in merito alle necessità di:
- Porre fine ai respingimenti e ai decessi alle frontiere dell’UE, garantire procedure di asilo eque e protezione contro le espulsioni non sicure e ampliare i percorsi legali verso l’Europa
- Assicurarsi che i fondi dell’UE non siano utilizzati per violare i diritti dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti, sia all’interno che all’esterno dell’UE
- Affrontare le disuguaglianze e le discriminazioni razziali e agire a favore dei più emarginati
- Chiedere ai governi europei di rendere conto delle loro eredità coloniali
- Esortare le istituzioni dell’UE e i governi dell’UE a promuovere la giustizia razziale e decoloniale e a includere le comunità colpite nel processo decisionale
Alle Europee 2024, non dimentichiamo disabili e anziani
In gran parte dei Paesi membri dell’UE, le persone con disabilità e gli anziani sono costretti a confrontarsi quotidianamente con carenze strutturali e organiche, discriminazioni, disuguaglianze e violazioni dei propri diritti.
Sono più di 1 milione, infatti, gli europei con disabilità (anziani e non) che vivono in istituti, nei quali gli è negata la possibilità di partecipare alla vita di comunità e di prendere decisioni.
Inoltre, disabili e anziani sono i membri della società più vulnerabili a cambiamenti climatici e conflitti armati.
L’Unione Europea ha l’obbligo giuridico di garantire la sicurezza e la protezione delle persone con disabilità dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici e nelle guerre, di porre fine all’istituzionalizzazione e di garantire la loro capacità giuridica (attitudine di un soggetto ad essere titolare di diritti e doveri).
Perché questo avvenga, i parlamentari europei che verranno eletti hanno il dovere di:
- Condannare gli abusi contro le persone con disabilità e gli anziani
- Proteggere le persone con disabilità e gli anziani in guerra e dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici e di altre emergenze umanitarie;
- Porre fine all’istituzionalizzazione delle persone con disabilità e degli anziani e garantire loro l’accesso a un sostegno di qualità basato sulla comunità, compresi la vita indipendente e i servizi di salute mentale;
- Garantire che le riforme della capacità giuridica siano in linea con il diritto internazionale
- Garantire che nessuna legge o politica venga decisa senza la piena e diretta partecipazione delle persone con disabilità e degli anziani, in linea con il principio “niente su di noi senza di noi“.