Elezioni regionali in Emilia-Romagna il 17 e 18 novembre: le soluzioni dei candidati alle alluvioni

Elezioni regionali in Emilia-Romagna: le risposte dei candidati alle alluvioni

Il 17 e 18 novembre si vota in Emilia-Romagna per le elezioni regionali. La campagna elettorale dei candidati è stata scandita dalle alluvioni di settembre e ottobre. Quali soluzioni propongono i candidati alla presidenza della Regione per l’emergenza climatica?

A partire dal 19 ottobre alcuni territori dell’Emilia-Romagna sono stati completamente allagati. È la quarta alluvione in 18 mesi. Le prime due a maggio 2023, la terza a settembre 2024. La regione Emilia-Romagna sta ancora aspettando i contributi del governo per il 2023.



L’alluvione di ottobre 2024

Questa volta una vittima, 3500 sfollati e 15.000 case senza elettricità. In alcuni paesi l’acqua ha raggiunto i 2 metri di altezza, ci sono voluti dai cinque minuti a un quarto d’ora per raggiungere il metro di altezza. Le case e le vite delle persone stravolte per sempre. Ma era prevedibile che potesse succedere.

Tomaso Trombetti, professore di ingegneria, è riuscito a mettere in salvo la casa facendo calcoli relativi alle condizioni metereologiche e al comportamento del fiume in poche ore. Purtroppo solo lui.

Le famiglie che nel 2023 erano riuscite a salvare mobili ed elettrodomestici, questa volta non hanno avuto il tempo. Questo perché se le piogge di maggio 2023 erano state molto più persistenti, quelle di ottobre sono durate meno, ma con una forza maggiore.

Il parere dei geologi

Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi, insiste da tempo che la pulizia dei fiumi è un palliativo. Definisce scemenze pensare che il dragaggio dei fiumi sia la soluzione, anzi il dragaggio rischia di erodere i letti dei fiumi e creare danni maggiori.

Nell’immediato è necessario dare spazio ai fiumi e creare delle vasche che contengano l’acqua, ma per quanto riguarda le soluzioni a lungo termine Antolini è convinto occorra un piano nazionale, non regionale. Intervistato da Matteo Pezzani Antolini afferma

Qui siamo di fronte a investimenti colossali che dovranno riguardare anche le delocalizzazioni.

Elezioni regionali in arrivo: i candidati

Il Presidente della Regione Emilia-Romagna è stato per dieci anni Stefano Bonaccini. Ad aprile ha lasciato anticipatamente la carica per volare al Parlamento Europeo. È stato sostituito da Irene Priolo.

Il 17 e 18 novembre si voterà. I candidati sono 4:

Per il centrosinistra Michele De Pascale: Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Partito Democratico, Civici con De Pascale, Emilia-Romagna Futura.

Per il centrodestra di Elena Ugolini: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Rete Civica per Ugolini.

Federico Serra con Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro sostenuto da Potere al Popolo, Pci, Rifondazione Comunista. Infine l’unica lista civica con Luca Teodori: Lealtà, Coerenza, verità.

Fino a settembre i temi più sentiti e dibattuti erano sanità, infrastrutture, sostegno alle piccole e medie imprese per Ugolini e De Pascale, casa e lavoro per Serra.

La stampa aveva già notato numerosi punti di contatto tra De Pascale e Ugolini: entrambi vogliono realizzare grandi opere come il Passante a Bologna, l’allargamento della rete autostradale, la tangenziale a Bologna, il rinnovamento e ampliamento dei 4 aeroporti dell’Emilia-Romagna.

Ma le alluvioni di settembre e ottobre hanno riportato la Regione in emergenza e la campagna elettorale ha dovuto cambiare faccia. Come si può parlare di grandi opere pubbliche quando il terreno frana e le case si allagano?

Le soluzioni dei candidati

Luca Teodori, come una cometa nel firmamento, si palesa con un programma in cui si parla di abolire i vaccini obbligatori, il 5G, il ricorso a una moneta regionale, no alla zona 30 , alla propaganda LGBT nelle scuole. È una lista che si definisce anti-sistema. Per quanto riguarda le alluvioni, Teodori parla dell’importanza di dare indennizzi agli alluvionati.

Elena Ugolini concentra la sua campagna elettorale sulla sanità. Per quanto riguarda le alluvioni insiste sulle mancanze della presidenza decennale di Bonaccini: mancata manutenzione, eccessivo consumo di suolo. Le soluzioni sono manutenzioni ordinarie, costruzione di dighe, di vasche di laminazione e di invasi.

In effetti la Regione aveva progettato 23 casse d’espansione per raccogliere l’acqua, ma ne sono state realizzate solo 13. L’inchiesta di Report Presto che è tardi aveva però anche svelato come i conti fatti dal Governo per sostenere gli alluvionati fossero stati poco chiari e le promesse di Giorgia Meloni non siano state mantenute.

Michele De Pascale candidato Pd, individua cinque punti per risolvere le alluvioni passate e future:

Dare la massima responsabilità alla regione Emilia-Romagna, scegliere un referente unico e un tavolo permanente. In un suo post afferma

In caso di elezione sono pronto ad assumermi la responsabilità di commissario per fare celermente le opere a difesa del territorio.

De Pascale inoltre propone un’agenzia regionale specializzata in sicurezza territoriale che riunisca e coordini tutti i soggetti interessati e con un grande piano di assunzione di geologi, ingegneri e tecnici. Si impegna a una manutenzione radicale di tutti i corsi d’acqua e promette una revisione e semplificazione delle modalità di indennizzo per gli alluvionati.

Federico Serra propone una moratoria alle grandi opere per investire tutti quei soldi nel sostegno al post alluvione. De Pascale e Elena Ugolini non sono solo favorevoli a passante, tangenziale e autostrade. C’è anche il rigassificatore galleggiante che arriverà nel 2025 davanti alle coste di Ravenna, progetto sostenuto proprio dal candidato De Pascale, attualmente sindaco di Ravenna. Per renderlo attivo stanno costruendo un metanodotto chiamato Linea Adriatica, con scavi larghi 40 metri per circa 400 chilometri da Sulmona a Minerbio. Nonostante associazioni ambientaliste e università abbiano denunciato più volte irregolarità e potenziale inquinante del progetto Agnes, è arrivata la valutazione favorevole di impatto ambientale.

Federico Serra in un’intervista afferma

Il tema centrale è la messa in sicurezza del territorio, producendo lavoro pubblico di qualità e stabile, ma facendo una grande moratoria su opere inutili come l’allargamento delle autostrade. Dobbiamo fermare il consumo di suolo, come il passante di Bologna. Il passante non è una priorità, ma serve allo spostamento di merci, quindi alle filiere di industria. Inoltre peggiora la qualità dell’aria. È il modello di sviluppo che deve cambiare. Abbiamo una legge urbanistica che ha prodotto una cementificazione di suolo efferato. Le continue deroghe hanno permesso al settore della logistica di cementificare in tutta la regione producendo lavoro povero, malaffare, sviluppo economico senza progresso e senza benefici per i cittadini. 

Ma di che legge parlano i candidati?

La causa delle alluvioni è il consumo di suolo

Nel 2017 si attiva la legge regionale 24/ 2017 Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio. La legge impone il tetto del 3% di suolo consumabile da qui agli anni seguenti che ha tagliato del 70% gli ettari di territorio potenzialmente trasformabili, contenimento del consumo di suolo e promozione della rigenerazione urbana. La posizione di Serra, secondo cui le continue deroghe avrebbero permesso comunque di continuare a costruire è confermata dal rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Nel rapporto Ispra sul consumo di suolo del 2022 ha scritto come l’Emilia-Romagna sia la quarta regione in Italia per consumo di suolo (+0,30%).

Anche Legambiente a seguito della prima alluvione parlava di legge svuotata a suon di deroghe tanto da decidere di uscire dal Patto per il lavoro e il clima dell’Emilia-Romagna, scrivendo come le azioni messe in campo dalla Regione fossero incoerenti con gli obiettivi dell’accordo.

Quindi se la causa delle piogge torrenziali in Emilia-Romagna è il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature, la causa delle alluvioni è un terreno ricco di acqua che nel tempo è stato compromesso dal continuo e smodato uso di suolo. Ora che lo sappiamo, l’ultima cosa a cui pensare è continuare a costruire.

Federica Sozzi

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