Elezioni amministrative straordinarie in tre comuni sciolti per infiltrazioni mafiose: San Giuseppe Jato, Bolognetta, Calatabiano

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Il 22 e il 23 ottobre sono stati chiamati alle urne, per elezioni amministrative straordinarie, i cittadini di tre comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, San Giuseppe Jato e Bolognetta nel Palermitano, e Calatabiano nel Catanese. Parliamo di elezioni straordinarie perché avvengono dopo due anni di commissariato dovuto allo scioglimento dell’amministrazione comunale, in seguito a diversi accertamenti che hanno fatto emergere forme di condizionamento della criminalità organizzata.

In che senso comuni sciolti per infiltrazioni mafiose?

Il Governo applica il commissariamento come misura di prevenzione straordinaria quando si percepisce un reale pericolo per l’attività di un comune o di un’amministrazione locale di essere incline agli interessi delle mafie. Risale al 2021 il motivo per cui parliamo di questi tre comuni sciolti per infiltrazioni mafiose e l’istituzione di un commissariato per mafia.

A San Giuseppe Jato, nel Palermitano, nel 2017 è stato eletto sindaco Rosario Agostaro. Nel novembre del 2020 ha rassegnato le dimissioni insieme a metà più uno dei consiglieri comunali, dopo che la Prefettura aveva disposto l’accesso agli atti per esaminare l’attività amministrativa del Comune. A seguito della sua dimissione, sono emersi degli accertamenti di infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale. Così il 9 luglio del 2021 il Consiglio dei ministri su richiesta dell’allora Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, ha provveduto a sciogliere il consiglio comunale e ad affidare la gestione del Comune a una commissione straordinaria per la durata di 18 mesi. Stessa sorte è capitata al Comune di Bolognetta, anch’esso nel palermitano, in cui l’amministrazione comunale è stata sciolta nel novembre 2021 sempre per l’emergere di forme di condizionamento della criminalità organizzata e il comune è stato affidato a una commissione straordinaria per la durata di 18 mesi. A Calatabiano, nel catanese, in seguito alle dimissioni contestuali della metà dei consiglieri comunali, nell’ottobre 2021 il Consiglio dei ministri ha sciolto l’amministrazione affidandola a una commissione straordinaria.

Così a causa delle infiltrazioni mafiose, i cittadini di questi tre comuni, si sono trovati il 22 e il 23 ottobre alle urne, per sperare di vedere amministrato il proprio Comune da una classe politica che li rappresenti e che possa svolgere i propri compiti nel rispetto della legalità e dell’interesse comune.

Un dato troppo alto

In Italia all’anno vengono commissariati in media 11,75 comuni, un dato troppo alto per una lotta alla mafia ormai dichiarata da decenni. Il dato sembra confermarsi anche nell’anno in corso. È un fenomeno maggiormente esteso nel Sud Italia ma non dobbiamo dimenticarci casi avvenuti negli anni scorsi anche in alcune regioni settentrionali come Piemonte e Liguria.

E’ un dato che ci fotografa la presenza della mafia nel controllo delle città e di un legame tra Stato e mafia che non si spezza, anzi, ci mostra come la mafia si alimenta grazie alla politica. Molte criticità vengono fuori proprio nella legge stessa che porta al commissariamento, in quanto ha una natura preventiva molto bassa che si nota dal fatto che molti Comuni o enti vengono sciolti e commissariati più di una volta. Infatti, il consenso e la legittimità che c’è dietro a queste infiltrazioni mafiose non si rimedia con il semplice ed esclusivo scioglimento dei comuni. Uno dei problemi è anche l’inadeguatezza dei commissari ad affrontare la situazione che porta insofferenza nei cittadini.

Parliamo di territori fragili, insofferenti nei confronti dello Stato e con poca fiducia nelle istituzioni pubbliche e quindi inclini a non reagire di fronte a casi come questi, di infiltrazioni mafiose nell’apparato che dovrebbe governare e organizzare la città. Ciò di cui c’è bisogno è lo scioglimento del consiglio comunale accompagnato da maggiori interventi sostanziali che possano far sentire più vicine le istituzioni pubbliche legittime alla popolazione di questi comuni.

I risultati delle elezioni nei tre comuni

Lunedì 23 alle 15 è avvenuto lo spoglio nei tre comuni sciolti per infiltrazioni mafiose di San Giuseppe Jato, Bolognetta e Calatabiano. Nel comune di San Giuseppe Jato con il 53% dei voti è stato eletto sindaco Giuseppe Siviglia (FI) della lista Onestà, legalità e sviluppo, fatti non parole. Battendo Angelo Rappa della lista Connessi al Futuro, che si è fermato all’8% e Maurizio Liborio Costanza della lista Uniti per cambiare, che ha ricevuto il 40% dei voti. Il nuovo sindaco Giuseppe Siviglia è alla seconda elezione, in quanto è già stato primo cittadino del Comune dal 2002 al 2012.

A Bolognetta abbiamo assistito alla prima elezione di un sindaco donna nella storia del Comune. E’ stata eletta Elizabeth Smith, l’unica candidata in corsa che è riuscita ad ottenere il quorum per prendere la carica. Ricevendo il sostegno di 1.531 voti su un totale di 1.849 aventi diritto di voto.

A Calatabiano è stato invece eletto sindaco Antonio Petralia con la lista Riscattiamo Calatabiano, ottenendo 300 voti in più rispetto al suo oppositore Salvatore Trovato della lista Calatabiano Riparte.

Così si sono concluse queste elezioni comunali per infiltrazioni mafiose in questi tre comuni, in attesa di riformare i vari consigli comunali ancora in situazione di commissariato, la speranza, un po’ fioca, è quella che i comuni di San Giuseppe Jato, Bolognetta e Calatabiano possano reagire e tornare a essere governate nel segno della legalità, dell’onestà e che non ricadano nelle mani della mafia.

Luisa Campazzo

 

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