Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres esprime il suo appoggio alla popolazione afghana. Ma qualcosa può davvero cambiare?
A seggi chiusi, si possono tirare le somme di queste elezioni afghane, durante le quali più di 9 milioni di persone sono state chiamate ad esprimere la propria preferenza tra il presidente uscente Ashraf Ghani e il vice Abdullah Abdullah.
Stessi candidati del 2014, che, con difficoltà, avevano raggiunto un accordo per superare l’empasse governativa che si stava profilando. Già allora l’affluenza era stata scarsa e i risultati ottenuti inficiati dallo spettro dei brogli commessi, che avevano segnato il governo sin dall’inizio.
Accuse che caratterizzano anche le attuali elezioni afghane, delineate sin da subito da un clima di paura e tensione, alla luce delle dichiarazioni dei Talebani di possibili attentati nelle sedi dei seggi.
E proprio questo clima di agitazione politica impedisce di capire esattamente quali siano stati i dati di affluenza alla urne, con molti seggi chiusi e controllati dalle forze talebane. L’accesso ai risultati sarà possibile solo tra qualche settimana. Nel frattempo, la conta di feriti e morti aumenta.
Il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, al contrario, è di diverso avviso e considera con soddisfazione la partecipazione della popolazione nonostante le preoccupazioni dovute alla sicurezza.
Guterres si congratula con tutti per “aver espresso il proprio diritto di voto tramite le urne, esprimendo la propria opinione democraticamente e impugnando il proprio diritto di voto, sfidando al contempo le preoccupazioni sulla sicurezza”.
Stesso avviso per la missione ONU in Afghanistan, l’UNAMA, che così commenta alla fine del weekend elettorale:
“Pazienza e serenità sono ora necessari agli organi elettorali afghani per compiere il proprio ruolo e contare i voti, esaminando reclami e annunciando in seguito i risultati. Tutti devono adempiere ai propri obblighi, rispettare il codice di condotta e garantire la stabilità necessaria nel futuro”.
“L’UNAMA si complimenta con tutti coloro che hanno votato, con tutti gli afghani che hanno aiutato e reso possibile questo risultato. La missione condanna invece coloro che hanno fatto ricorso a violenze ed intimidazioni per cercare di far deragliare il processo democratico”.
Chiara Nobis