Rifiutarono la chemioterapia prescritta dai medici e firmarono le dimissioni della figlia. Così Eleonora Bottaro morì di tumore il 29 Agosto del 2016.
Il giudizio
Erano indagati dalla Procura di Padova per omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento per aver rifiutato le cure per la figlia: secondo il pm, che ne aveva richiesto il rinvio a giudizio, la coppia aveva convinto Eleonora a rifiutare la chemioterapia perché inutile, cercando delle cure palliative presso una struttura svizzera.Il giudice li ha invece assolti perché il fatto non sussiste e perché “hanno agito in buona fede”.
Lino e Rita Bottaro si sono abbracciati e hanno pianto alla lettura del verdetto: le motivazioni esatte che hanno spinto la Procura a prosciogliere i genitori della ragazza, si conosceranno tra sessanta giorni circa, quando verrà depositata la sentenza.
Il fatto
Eleonora Bottaro, la studentessa di Bagnoli, aveva diciotto anni quando morì perché ammalata di leucemia infoblastica acuta: essendo ancora minorenne, quando si è ammalata, avevano dovuto prendersi i genitori l’onere di sottoscrivere lo stop alle cure, che la ragazza stessa richiedeva. La loro decisione aveva spinto il tribunale dei minori a revocare provvisoriamente la patria potestà e ad affidare la giovane alla tutela di un medico. Provvedimento che gli stessi magistrati in seguito avevano rivisto, lasciando così libera la ragazzina e i suoi genitori di cercare una struttura che offrisse cure alternative.
La storia
La ragazza si era ammalata nel 2015: tutto ebbe inizio a Natale di quell’anno, quando Eleonora sottoponendosi a dei controlli scoprì la terribile malattia che l’aveva colpita. L’equipe del professor Giuseppe Basso del reparto di Oncoematologia Pediatrica consigliò tutte le cure del caso, avendo Eleonora elevate possibilità di guarigione. Iniziarono così ad inasprirsi i rapporti con la famiglia che rifiutò categoricamente le terapie prescritte.
Perché rifiutarono la chemioterapia? Lino e Rita abbracciavano la teoria del medico tedesco Ryke Geerd Hamer, secondo il quale il tumore sarebbe solo la conseguenza di un violento trauma psicologico. In virtù di tale filosofia, la coppia era sempre più convinta che la malattia della loro giovane figlia fosse causata dallo shock subito alla morte del fratello Luca, mancato tre anni prima per aneurisma.
Eleonora dal canto suo ha sempre appoggiato le scelte che i genitori facevano per lei esprimendo più volte con forza la sua posizione, proprio come aveva fatto con i giudici quando l’avevano interrogata, spingendoli in questo modo a decretare la sua maturità, lasciando libera la famiglia di agire come meglio credeva. E così fecero nel loro disperato viaggio in Svizzera: a Bellinzona, Eleonora Bottaro sembrava migliorare, ma improvvisamente la situazione precipitò e la malattia tornò più aggressiva di prima. Nel frattempo la giovane diventò maggiorenne, continuando a rifiutare le cure: decisione che la portò alla morte.
Anna Lattanzi