Per El Chapo, re del narcotraffico, è finita.
Dopo la sua cattura e il trasporto nella prigione di massima sicurezza a New York, Joaquin Guzman Loera è stato condannato per tutti e 10 i capi d’accusa. Tre mesi di processo e 10 rinvii a giudizio non sono serviti a El Chapo per salvarsi dall’ergastolo.
La decisione è stata presa dai giudici di New York e la pena inizierà nel mese di giugno. Questo, ovviamente, salvo imprevisti o colpi di scena degni della vita di Guzman.
Il processo
El Chapo, 61 anni, è stato il capo del Cartello messicano di Sinaloa.
Durante il processo sono stati sentiti 56 testimoni, molti dei quali lavoravano per lui. Le udienze sono servite a scoprire quello che solo si riusciva a immaginare. Gli anni di El Chapo al potere del Cartello sono stati i più violenti, i più scenografici (vedi le sue evasioni dai carceri messicani), i più strategici, ma soprattutto i più profittevoli nel traffico di droga. Miliardi di dollari per migliaia di tonnellate di cocaina ed eroina sono stati trasportati in 20 anni negli Stati Uniti.
Durante il processo sono usciti dettagli spaventosi sulle ‘abitudini’ sue e dei suoi adepti.
Contrabbando internazionale, corruzione delle autorità messicane, fughe rocambolesche, aerei privati contenenti milioni di dollari in contanti, armi, torture e omicidi, contornati da violenze su minori.
El Chapo era conosciuto e temuto per il trattamento che riservava ai Cartelli rivali. Le torture e gli omicidi che praticava a loro hanno fatto rabbrividire i presenti al processo.
Il ricorso
Un uomo di ghiaccio, più volte è stato definito così, lo stesso che durante la lettura della sentenza non ha mostrato nessuna emozione. Fatta eccezione per un sorriso rivolto alla sua fidanzata, la miss giovanissima di cui si è innamorato, poco prima di essere catturato.
Un processo fatto di tanti dettagli, reso possibile dalle numerose testimonianze, le quali hanno messo in seria difficoltà gli avvocati del re messicano.
Jeffrey Lichtman, uno dei legali di Guzman, ha detto che ricorreranno in appello, anche se come avvocati “abbiamo fatto il possibile”. La difesa inoltre non ha negato i crimini di Guzman, ma fa leva sulle manipolazioni che gli avrebbero fatto alcuni funzionari governativi.
L’aumento dei traffici di droga
La pena inflitta a El Chapo è una vittoria, ma sembra non essere sufficiente per combattere il narcotraffico in America Latina.
Tra il 2016 e 2017, infatti, nel periodo della cattura del re messicano, lo smercio del Fantanyl negli Stati Uniti è più che triplicato e quello dell’eroina è aumentato del 37%.
Eleonora Spadaro