Egitto alleato dell’UE nonostante le violazioni dei diritti umani

L’Unione europea rafforza i legami con il regime egiziano in nome della lotta al terrorismo e alle migrazioni. Questo impegno comune nella protezione dei diritti dei migranti e dei rifugiati (smentito dai report delle organizzazioni internazionali che denunciano le gravi violazioni perpetrate dal regime del Cairo) risulta indigesto a chi non vuole dimenticare la storia di Giulio Regeni, Patrick Zaki e tante altre vittime del regime di Al-Sisi.

Una strana amicizia tra Egitto e Unione Europea

Il 19 giugno scorso si è tenuto in Lussemburgo il nono meeting del Consiglio associativo Ue-Egitto alla presenza di Josep Borrell (Alto rappresentante per gli affari esteri e le politiche di difesa dell’Unione europea) e Sameh Shoukry (ministro degli esteri egiziano).

Grazie a questa alleanza strategica, il dittatore Al-Sisi ha ottenuto l’ennesimo premio in denaro da convertire in nuovi sistemi d’arma e tecnologie repressive.

Nuova linfa agli accordi tra Europa e Egitto è arrivata lo scorso 15 giugno, ossia dopo la visita di Ursula von der Leyen, presidentessa della Commissione Europea. Dopo il vertice con Al-Sisi è stato annunciato  infatti un nuovo accordo per accrescere le importazioni del gas egiziano.



Le politiche comuni

Il 27 giugno, nel corso della visita ufficiale al Comitato militare Ue da parte di Badr Abdel Aati (ambasciatore egiziano presso l’Unione Europea), è stata ribadita la piena e fruttuosa collaborazione tra l’Europa e l’Egitto.

Aati ha affrontato con il generale Robert Brieger, presidente permanente del Comitato, temi fondamentali. Tra questi la lotta all’immigrazione illegale e i progressi che l’Egitto ha raggiunto, ma anche la situazione in atto nel Sahel e nel Corno d’Africa.

Il perchè di questa strana alleanza

La prima nazionalità delle persone che sono giunte irregolarmente sulle coste italiane è proprio quella egiziana, e per questo è urgente che si sviluppi questa cooperazione.

L’Unione Europea si dimentica però di spiegare che sempre più egiziani tentano di

Egitto
Abdel Fattah Al-Sisi

fuggire proprio a causa di un regime brutale e repressivo. Un regime che vieta ogni forma di dissenso, che viola sistematicamente i diritti umani e sociali, che incrementa esponenzialmente gli omicidi extragiudiziali, le torture e le sparizioni forzate.

Il 4 ottobre 2021 Al-Araby Al-Jadeed, citando fonti anonime interne al regime, ha riferito di un accordo di cooperazione tra Egitto e Italia. L’elaborazione di questo accordo permetterebbe al Cairo di ricevere aiuti militari in cambio del rientro in Egitto di rifugiati che hanno tentato di raggiungere l’Europa.

Ecco le parole della fonte di Al-Araby Al-Jadeed:

Questa non dichiarata cooperazione alla sicurezza è la ragione per cui l’Egitto non è stato finora oggetto di una netta condanna nonostante il record di abusi dei diritti umani.

Infatti secondo l’ultimo rapporto tematico sull’attività di monitoraggio dei rimpatri forzati di cittadini stranieri del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, l’Egitto è stato il terzo paese di destinazione dei rimpatri forzati tra il 1° gennaio e il 15 settembre 2021.

Una comunanza inaccettabile con l’Egitto e la sua dittatura

In troppi chiudono entrambi gli occhi di fronte ai crimini del regime egiziano.

Patrick Zaki

Non è bastato l’efferato omicidio del giovane ricercatore Giulio Regeni e i depistaggi delle autorità egiziane, non è bastata la lunga e illegittima detenzione di Patrick Zaki. Queste e altre tragedie non sono bastate a far capire che non si può collaborare con un regime come quello egiziano.

 

Alessandro Milia

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