È una calda giornata estiva e alcuni bambini stanno felicemente giocando all’aria aperta. È un gioco movimentato, ci si rincorre e si urla. A un certo punto, però, uno di questi bambini cade e si fa male a un ginocchio. Questo bambino piange e la mamma accorre assicurandosi che non sia nulla di grave. Tuttavia il bambino sembra inconsolabile. Questa mamma, allora, consola il piccolo promettendogli che un bacino sulla ferita lo farà stare magicamente meglio. Il bambino, in effetti, si sente subito meglio e, dopo aver abbracciato la madre, torna a giocare. Questo è quello che possiamo definire effetto placebo. Una nuova revisione sistematica pubblicata sull’Annual Review of Clinical Psychology ci permette di fare un’overview su questo tema.
Effetto placebo: una definizione più completa
Per essere più precisi, l’effetto placebo consiste nel miglioramento della salute di un paziente, anche se il trattamento subito è falso o privo di qualsiasi principio attivo. Il placebo può presentarsi in modi diversi: pillole, creme, false operazioni chirurgiche e altro ancora. Infatti, nel far sì che un placebo “funzioni” giocano un ruolo aspetti quali la relazione tra paziente e professionista che lo ha in cura, certi indici contestuali o alcuni riti (recarsi nello studio del medico, ecc.), tutti elementi che influenzano la valutazione della situazione da parte del paziente. L’effetto placebo si ottiene grazie al funzionamento integrato di due meccanismi differenti: le associazioni precognitive e la valutazione della situazione (appraisal).
Le associazioni precognitive
Le associazioni precognitive sono risposte apprese a certi stimoli che sono per lo più indipendenti dal contesto o dagli obiettivi e che operano senza alcuno sforzo cognitivo o di consapevolezza (sono quindi automatici). L’effetto si verifica somministrando il presunto farmaco in presenza di altri stimoli per diversi giorni, togliendo successivamente il rimedio fasullo lasciando solo gli altri stimoli. Gli effetti del placebo possono durare anche per settimane, perfino se viene esplicitamente detto che si tratta di un falso rimedio!
L’appraisal
L’appraisal consiste, invece, nell’interpretazione del significato degli eventi che accadono in un determinato contesto. Questi contesti o situazioni sono rappresentazioni mentali integrate che contengono informazioni di diverso tipo (associazioni precognitive, ricordi, aspettative, obiettivi, rappresentazione dello stato mentale altrui e del proprio stato corporeo). L’appraisal non è, dunque, mera percezione della realtà, ma costruzione della stessa, interpretazione degli eventi, che possono generare emozioni qualora tali interpretazioni siano legate ad aspetti importanti per la propria persona. Per esempio, le valutazioni dei pazienti sull’empatia percepita del medico predicono la riduzione della gravità e della durata dei sintomi del raffreddore.
Gli effetti del placebo
Diverse ricerche hanno mostrato come l’effetto placebo abbia un effetto significativo su certe patologie. Infatti, paragonate a vere sessioni di agopuntura per il trattamento del dolore, le sessioni di finta agopuntura avevano lo stesso effetto di sollievo dal dolore di quelle vere. Quindi, l’agopuntura ha un effetto paragonabile a quello del placebo. Altri studi indicherebbero come l’effetto placebo svolga un ruolo anche per la depressione, i disturbi d’ansia o la schizofrenia.
Diversi tipi di placebo
L’efficacia del placebo dipende anche da come si presenta. Infatti, nella prevenzione dell’emicrania si ottengono risultati diversi se si usano pillole finte, iniezioni o erbe (che hanno un effetto blando), una finta sessione di agopuntura (che ha un effetto medio) o una falsa operazione chirurgica (che ha l’effetto più grande). Anche nel caso del dolore da osteoartrite si ottengono effetti simili. Questi effetti possono durare per mesi o addirittura per anni!
Beata ignoranza?
Come abbiamo precedentemente sottolineato, è importante la valutazione complessiva che si fa quando si assume un placebo. In altre parole, iniziare un trattamento consapevoli che non funzionerà, finirà per non farlo funzionare davvero. E dunque meglio non sapere cosa sia l’effetto placebo? Non è detto. L’effetto placebo, infatti, è a volte usato per giustificare la presunta efficacia di pratiche mediche non ufficiali (la cosiddetta “medicina alternativa”). Si crede dunque che pratiche quali l’agopuntura o l’omeopatia abbiano effetto, facendoci sperperare tanti soldi (e tempo prezioso) in trattamenti di cui l’effetto placebo non ne giustifica né la spesa né l’utilizzo. Ricordiamo infatti che, per esempio, l’omeopatia non viene rimborsata nel Regno Unito proprio perché si sa che non funziona. Voi che ne pensate? Avete mai usato rimedi alternativi? Pensate che si dovrebbe puntare sull’ignoranza dell’effetto placebo o su una maggiore consapevolezza degli utenti? Fatecelo sapere con un commento.
Davide Camarda