eEuro 2020: gli Azzurri della eNazionale scrivono la storia

eEuro 2020: gli Azzurri della eNazionale scrivono la storia

In un anno così duro, i ragazzi della eNazionale italiana di PES sono riusciti a strapparci un sorriso regalandoci la vittoria ai primi storici eEuro 2020. Questa competizione di efootball, la prima nel suo genere a livello internazionale, ha visto i team delle 55 federazioni UEFA, composti da 2 a 4 giocatori, affrontarsi durante la fase di qualificazione (9 al 30 marzo) in match 1 vs 1 su playstation4. Stessa modalità di gara anche per le fasi successive, in cui le 16 squadre qualificate si sono date battaglia per arrivare in finale. Quest’ultima fase del torneo, pianificata per luglio a Londra, è stata disputata online il 23 ed il 24 maggio a causa dell’emergenza sanitaria. Dopo aver superato l’Israele ai quarti e la Francia in semifinale, la nazionale italiana composta da Nicaldan, AlonsoGrayfox, Npk_02 e Naples17x ha conquistato il trofeo imponendosi per 3 a 1 sulla Serbia.

Per rivivere le emozioni di questi Europei e saperne di più sul mondo degli eSports, abbiamo avuto il piacere di intervistare uno dei protagonisti della vittoria, Nicola Lillo, in arte Nicaldan.

Cosa ha significato rappresentare l’Italia agli eEuro 2020?

Sono stato orgoglioso di rappresentare il mio paese in un evento così prestigioso e storico. Aver potuto seguire la mia passione e coronare questo sogno è stato davvero incredibile! Essermi confrontato ed anche allenato con le altre squadre europee è stata una delle esperienze più significative di questa avventura. Legare con gli altri giocatori durante le lobby di allenamento condivise, discutere di schemi e scambiare opinioni con loro è stata un’incredibile opportunità di crescita personale e della community di efootball PES a livello europeo.

Quando hai iniziato questo percorso, avresti mai immaginato di raggiungere questo risultato?

14 anni fa, quando ho iniziato questa avventura, il mondo degli eSports in Italia era ancora allo stato brado. C’erano dei tornei locali alle fiere ma si era ancora lontani da una mentalità professionale o da tornei meglio strutturati. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’espansione notevole di questo settore riuscendo a raggiungere traguardi che mai avrei immaginato all’inizio della mia carriera.

Quanto allenamento c’è dietro il vostro lavoro?

Specialmente nelle fasi che precedono una competizione è richiesto un allenamento molto intenso, non tanto dal punto di vista quantitativo bensì qualitativo. Nel senso che hai bisogno di confrontarti continuamente con giocatori di alto livello, preparare gli schemi e le tattiche proprio come nel calcio reale. Per giocare a questi livelli c’è bisogno di tanta abilità anche nel saper imparare dagli avversari più forti, e devo dire che l’esperienza degli eEuro 2020 ha fatto la differenza insegnandomi davvero tanto.

Come convincere chi fa ancora fatica a riconoscere gli eSports come attività sportive vere e proprie?

E’ difficile convincere chi si basa esclusivamente su preconcetti. Sarebbe fondamentale che tutti potessero osservare il nostro mondo da vicino per comprendere quanto allenamento c’è dietro e a quanta pressione siamo soggetti. Siamo fortunati a poter fare della nostra passione un lavoro, ma bisogna far capire quanti sacrifici e quanto sforzo ci hanno permesso di raggiungere questi livelli.

Qual’è il futuro degli eSports in Italia dopo gli eEuro 2020?

Innanzitutto mi auguro che le competizioni maggiori nazionali, dunque Serie A e Serie B, si sviluppino sempre più sul modello del calcio reale. Sarebbe bello che tutte le squadre abbiano una squadra di efootball così da ampliare il già esistente campionato. Sono fiducioso che tutto ciò possa accadere presto, considerata l’importante sinergia tra le squadre di Serie A, la Lega Calcio e la FIGC. Spero, inoltre, che anche a livello europeo, specie dopo l’incredibile risultato degli eEuro 2020, le competizioni di efootball possano ingrandirsi ed essere seguite da un numero maggiore di spettatori.

Cosa consiglieresti ad un ragazzo che vorrebbe intraprendere questo percorso professionale?

Innanzitutto gli direi di divertirsi, perché senza il divertimento e l’entusiasmo non si arriva da nessuna parte. Specie all’inizio, gli consiglierei di imparare guardando i più bravi e cercare man mano di alzare il proprio livello. Solo coniugando la propria passione ad una graduale esperienza potrebbe aspirare a rendere tutto questo un lavoro. Ma ripeto, divertirsi rimane la cosa più importante.

Per saperne di più sugli eEuro 2020 e su tutti i risultati della competizione.

Alessandro Gargiulo

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