Cittadinanza e Costituzione: un’educazione civica obbligatoria, inserita nel percorso formativo in quanto materia ordinaria.
Da qualche anno l’educazione civica fa parte a tutti gli effetti delle materie insegnate agli alunni italiani in tutte le fasce d’età, partendo dalla scuola primaria a quella secondaria (sia di primo grado che di secondo).
Eppure, a dispetto dell’ora obbligatoria che dovrebbe essere insegnata settimanalmente, la realtà dei fatti dimostra che l’educazione civica viene spesso accantonata. In parte perché essa viene affrontata all’intero di altri insegnamenti quali storia e geografia, in parte perché non sembra incidere particolarmente a livello accademico. Nonostante le svariate riforme ed iniziative intraprese dallo stesso governo, la situazione è rimasta pressoché la stessa nel corso degli anni: l’educazione civica c’è, ma non si vede.
Gli effetti di questa lacuna sono visibili all’interno di una popolazione che si ritrova senza gli strumenti adatti per pensare e agire all’interno di una società complessa e frastagliata.
Ed è proprio qui che nasce, come già molti hanno segnalato, il problema del voto e di chi ne ha diritto.
Per quanto oggi la partecipazione popolare è ai minimi storici (le precedenti elezioni e il referendum sulle trivelle di aprile lo hanno evidenziato ancora una volta), non bisogna sottovalutare l’importanza e la forza del voto. Per questo è essenziale possedere una certa maturità nonché “conoscenza” per poter usufruire al meglio dello strumento rappresentante della sovranità popolare in una nazione democratica.
Proprio riguardo al diritto di voto, Matteo Salvini ha presentato l’idea di seguire l’esempio austriaco e di abbassare l’età minima ai sedici anni. In questa sua proposta sottolinea quanto sia importate per i giovani partecipare alle decisioni che determinano il loro stesso futuro.
Un’idea interessante che potrebbe anche essere realizzata con un riscontro positivo, ma bisogna prima risolvere il problema dell’educazione civica, totalmente assente nel bagaglio culturale della stragrande maggioranza dei sedicenni, e non solo.
Per prendere decisioni responsabili che possano rivelarsi realmente costruttive per il futuro non solo dei giovani, ma dell’intera popolazione, è necessario sviluppare una certa coscienza critica che permetta a tutti, giovani e non, di valutare attentamente la politica e la società in generale.