Educare alla pace: la risposta alla militarizzazione delle scuole

Insegnanti e associazioni in rivolta: la scuola deve educare alla pace, non alla guerra!

Educare alla Pace non alla guerra!

Continua a crescere la militarizzazione delle scuole promossa dal Ministro Valditara. E’ prevista per il 16 aprile un’ iniziativa promossa con una circolare ministeriale diramata a tutte le scuole dal titolo “Mettiamo le ali ai vostri sogni”. Invece di educare alla pace tutte le scuole sono invitate presso la base dell’Aereonautica Militare di Ghedi in provincia di Brescia, ma quello che più stupisce nella circolare è nel definire come finalità della visita quella di “fornire agli studenti anche uno spunto per l’orientamento nella scelta del proprio profilo professionale ed occupazionale”.

Il fascino indiscreto della guerra

Oltre 200 sono i professori che hanno sottoscritto una lettera di protesta firmata dalla professoressa Londero e indirizzata al Ministero dal titolo Il fascino indiscreto della guerra. Nella lettera si denuncia una progressiva militarizzazione della scuola e proposte formative a sfondo militare. La docente chiama a raccolta educatori e pacifisti affinché la scuola contrasti questa ondata di cultura bellica con la costruzione di scuole dove si possa educare alla pace.

Maria Montessori e la sua educazione alla libertà

Educare alla pace è stato uno dei grandi obiettivi della pedagoga Maria Montessori. E’ celebre una sua frase:

“Evitare i conflitti è opera della politica: costruire la pace è opera dell’educazione.”

Non è un caso che Maria Montessori abbia pubblicato le sue ricerche a ridosso dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, mentre in Italia l’Opera Nazionale Balilla imponeva a tutti i giovani dagli 8 ai 18 anni di prestare un giuramento che recitava “Nel nome di Dio e dell’Italia giuro di eseguire gli ordini del duce e di servire con tutte le mie forze e, se necessario con il mio sangue, la causa della rivoluzione fascista”.

L’obbedienza all’autorità è proprio ciò che la pedagogia montessoriana vuole sconfiggere, ricostruendo con la sua ricerca una nuova relazione tra l’adulto e il bambino, dove l’adulto non comanda, ma serve il bambino, dà gli strumenti affinchè il bambino sviluppi i propri talenti e le proprie capacità autonomamente, dalla libertà alla volontà per poi arrivare all’autodisciplina.

E’ proprio nella relazione di potere tra adulti e bambini che Montessori rintraccia la causa delle guerre e la chiave per costruire un mondo di pace. Maria Montessori dovrà scappare prima in Spagna, poi in India per sfuggire ai regimi fascisti, ma non smetterà mai di lavorare con e per i bambini, lasciando messaggi di portata rivoluzionaria all’umanità, alcuni di essi ancora oggi non compresi.

Makiguchi e l’educazione creativa 

Una storia analoga si svolge in Giappone, a ridosso dell’escalation del nazionalismo militarista giapponese. Un preside di una scuola elementare a Tokyo, Tsunesaburo Makiguchi scrive nel 1930 la Teoria per una pedagogia per la creazione di valore, una monumentale opera il cui obiettivo era creare un sistema affinché i bambini potessero sviluppare il proprio potenziale, unico e infinito.

Lo scopo dell’educazione è la felicità, felicità intesa come sviluppo di una coscienza sociale e un’educazione che renda gli studenti capaci di creare valore in ogni circostanza. La sua teoria all’avanguardia contrastava nettamente con le direttive del governo che sempre più miravano a una scuola del consenso, spingendo i giovani alla guerra con la  retorica del sacrificio e della devozione all’imperatore.

Basti pensare al fenomeno dei kamikaze, attacchi suicidi realizzati da giovani piloti di aereo giapponesi durante la guerra. Nonostante ciò Makiguchi continuò a insegnare e pubblicare riviste pacifiste dedicate ai bambini finché non venne arrestato e il 18 novembre 1944 morì in carcere.

Il pensiero critico è il vero nemico delle dittature 

Le persecuzioni che i due educatori subirono è la prova concreta che, quando il potere autoritario si manifesta, la scuola diventa il luogo dove far crescere il consenso e reprimere invece il pensiero critico.

Il pensiero di Makiguchi e Montessori è speculare nel punto più alto e rivoluzionario della loro ricerca, ovvero comprendere che c’è un potenziale infinito che alberga negli esseri umani e quindi la chiave per un mondo di pace e senza guerre è comprendere che ogni vita è infinitamente degna di rispetto. Educare alla pace significa mettere in atto questo processo.

Il filosofo buddista Daisaku Ikeda ha raccolto l’eredità del suo maestro Makiguchi e nella Proposta di pace del 2010 afferma che il vero nemico da combattere non sono le armi nucleari o le persone che le detengono:

“Il vero nemico da affrontare è il modo di pensare che le giustifica: l’esser pronti ad annientare gli altri qualora li avvertiamo come una minaccia o un ostacolo per la realizzazione dei nostri scopi”.

Ikeda si è impegnato attivamente nella promozione della pace nel mondo, facilitando gli scambi culturali tra gli studenti delle università cinesi e giapponesi negli anni ’60, contribuendo così al miglioramento delle relazioni diplomatiche tra le due nazioni.

Educare alla pace oggi

Educare alla Pace spicca tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che riguardo all’istruzione prevede:

“un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile”.

L’osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

Dal 2023 è nato l’Osservatorio contro la militarizzazione delle Scuole e delle Università che ha ricevuto un numero inaspettato di segnalazioni dal mondo della scuola e ha realizzato dei vademecum affinché gli insegnanti e i genitori possano segnalare casi di cultura bellica nelle scuole. Oggi l’Osservatorio sta sostenendo anche le Università italiane che boicottano le industrie israeliane, utilizzate negli atenei come Hewlett-Packard e che sostengono la guerra in Palestina.

L’appello per le accademie di pace

L’associazione Nonunodimeno ha lanciato un appello per realizzare Accademie di Pace nelle Scuole in cui segnala il fiorire di iniziative a favore della militarizzazione delle scuole, come visite guidate e stage nelle industrie belliche, studio della lingua inglese con Marines, accordo quadro tra l’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche e il Comando Militare dell’Esercito per intraprendere la carriera militare.

L’appello ricorda lo spirito della Costituzione Italiana che all’articolo 11 “Ripudia la guerra” e che “educare alla Pace non è buonismo, ma realismo”. L’Appello desidera educare gli studenti alla gestione dei conflitti, promuovere scambi culturali tra scuole di diversi paesi e intervenire in aree colpite dalla guerra.

Come diceva l’educatore pacifista Danilo Dolci in una sua poesia:

“C’è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo. Forse c’è chi si sente soddisfatto, così guidato. C’è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo. C’è pure chi si sente soddisfatto, essendo incoraggiato. C’è pure chi educa senza nascondere l’assurdo che è nel mondo, aperto a ogni sviluppo, cercando di essere franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono. Ciascuno cresce solo se sognato”.

Federica Sozzi

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