Ogni 23 giorni cambia la normativa sull’edilizia, circa 16 volte l’anno. Tutti gli aggiornamenti in merito.
La novità più recente è di fine estate, con la legge concorrenza n.124 del 2017, che prevede gli aggiornamenti catastali a fine lavori.
Si parla,comunque, di altre modifiche già presenti in Gazzetta ma che entreranno in vigore nel 2021 quando tutti i nuovi edifici dovranno essere costruiti ad energia zero.
Le modifiche dal 2009 (anno in cui ci fu il piano casa per l’ampliamento di palazzine e villette) sono circa 133, il 60% relative al Testo Unico dell’edilizia.
Si può solo immaginare la difficoltà di chi è chiamato ad applicare norme che sono in continua evoluzione. L’ambito che ha vantato più modifiche è quello relativo all’edilizia privata; in buona sostanza: tutte le norme che servono per avviare un cantiere.
Seguono le norme tecniche sulle costruzioni e i prodotti per l’edilizia(comprensiva della disciplina antisismica), le fonti rinnovabili, i beni culturali e l’efficienza energetica. Le ragioni non sempre sono comprensibili.
Il piano casa aveva quale scopo quello di facilitare le ristrutturazioni private e risollevare l’economia generale; stesso scopo avrebbero dovuto avere le proroghe dei permessi a costruire (d. l. n. 69/2003) che venivano richiesti e mai ritirati per il blocco dei costruttori a causa della crisi.
Un anno dopo si è varato lo sblocca-Italia, con l’allungamento di validità. Il successivo pacchetto di interventi normativi punta a velocizzare i cantieri, con l’introduzione della Scia (d.l. 78/2010) che superava i 30 giorni di attesa della Dia.
Poi, rivista con la Scia2 della scorsa estate.
Sulla stessa falsa riga si susseguono vari e vani tentativi di semplificazione burocratica quali: sportello unico, autorizzazione paesaggistica semplificata, maggior utilizzo delle autocertificazioni.
La verità, però, è che nulla o quasi è stato risolto, poiché il funzionamento degli uffici comunali è rimasto lento e macchinoso,come anche le sopraintendenze e le altre autorità competenti. Inoltre, non è da sottovalutare che nella maggior parte dei casi l’edilizia viene disciplinata da piani comunali più che da leggi statali.
Il quadro abbastanza complesso non è, però, terminato. Non occorre dimenticare la normativa europea che ha imposto il permesso di costruire ad una quota minima di energia rinnovabile. L’intervento è stato rinviato, come solo l’Italia sa fare, per ben due volte prima di essere operativo.
Si è, altresì, previsto una semplificazione nei moduli. Nel 2014 compaiono i primi moduli unici per la Scia e il permesso di costruire, con l’intento di rendere più snello l’iter negli uffici comunali.
Ma niente paura, sono già cambiati dal 1° Luglio scorso con una nuova modulistica, che gli Enti Locali possono adottare a seconda dell’esigenza.
Insomma, quella che si direbbe una giungla normativa.
Anna Rahinò