L’edicolante rifiuta di vendere Libero: “Per non fomentare odio”

Fonte Foto: https://gazzettadimantova.gelocal.it

Dopo l’ultimo titolo omofobo di Libero sui gay e il PIL, un edicolante di Mantova ha deciso di smettere di venderlo.

“Per motivi diplomatici e per non fomentare odio inutile in questo mondo difficile, oggi in questa edicola non si vendono copie del quotidiano Libero.”

Questa la scritta affissa fuori dall’edicola di Andrea Malavisi, un edicolante di Marcaria in provincia di Mantova. Il gesto di protesta a seguito dell’ultimo titolo del quotidiano di Feltri finito sotto accusa: “Calano fatturato e Pil ma aumentano i gay”, con la frase di corollario “c’è poco da stare allegri”. Un titolo che ha suscitato indignazione, e che ha scatenato le reazioni da parte del mondo politico e culturale. Vittorio Crimi, sottosegretario all’Editoria, aveva fatto sapere attraverso la sua pagina Facebook:

Provo disgusto per il titolo del giornale Libero, un giornale che riceve soldi pubblici che prima pubblica titoli razzisti , poi oggi anche omofobi. Avvierò immediatamente una procedura interna per vagliare la possibilità di bloccare l’erogazione dei fondi residui spettanti a un giornale che offende la dignità di tutti gli italiani e ferisce la democrazia,”




L’articolo omofobo di Libero

E a lui si erano uniti in tanti, non ultimi Luigi Di Maio e l’edicolante di Marcaria che con il suo gesto di protesta ha trovato numerosi sostenitori e, ovviamente, detrattori. A difesa dell’articolo scandalo, ovviamente, il direttore Vittorio Feltri e la provocatoria penna dell’articolo, Filippo Facci, che attraverso un post sul suo profilo Facebook ha replicato:

 “Vorrei sapere, tra coloro che invocano la chiusura o la morte finanziaria di Libero, quanti hanno anche letto l’articolo a cui il famigerato titolo si riferisce – che è fatto dalla redazione, come sempre capita coi titoli – e quanti, nel caso, oserebbero parlare ancora di omofobia, che ricordiamo: corrisponde a un reato.

Siccome però nessuno ha commesso reati, i fatti restano che alcuni governanti dei Cinque Stelle vogliono chiudere un giornale che non è mai stato tenero con loro. Tutti difesero Charlie Hebdo e la libertà di espressione, senza bisogno di condividerne i contenuti: in Italia questo non vale.”

Alice Antonucci

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