Oggi ricorre l’anniversario della nascita di Edgar Degas, che ancora oggi è considerato uno degli autori più importanti del XIX secolo. Con le sue danzatrici e opere come “L’assenzio” ha rivoluzionato il panorama artistico e ha introdotto l’importanza della luce nelle sue opere, che è diventata poi la protagonista di tutto il suo operato.
La vita di Degas
Hilaire German Edgar Degas (chiamato comunemente Edgar Degas) nasce il 19 luglio 1834 nella città di Parigi. Figlio di banchiere benestante e amante dell’arte, inizia gli studi presso la facoltà di Giurisprudenza che abbandona poco dopo per dedicarsi completamente all’arte.
Con il consenso dei genitori, allestisce infatti un atelier nella sua abitazione, in cui inizia a realizzare le sue prime opere finché decide, qualche anno dopo, di frequentare l’Ecole des Beaux Arts di Parigi per studiare arte.
Dal 1856 al 1859 vive in Italia, che diventa per lui una grande fonte di ispirazione e, tornato in Francia, fa il più grande incontro della sua vita: Edouard Manet lo indirizza verso il genere impressionista e Degas entra nella cerchia di alcuni pittori che prediligono quello stile, da cui si distacca però ben presto.
Edgar si ispira molto alle tematiche della società dell’epoca, e inizia a rappresentare su tela teatri, danzatori, caffè, tutto ciò che è in voga in quegli anni.
Fino al 1874 non vende nulla perché non ne ha bisogno: la ricchezza della famiglia gli permette di vivere in modo benestante.
Dopo la morte del padre, le cose però cambiano: viene informato di una serie di debiti inaspettati ed è costretto a vendere la casa e le sue opere per ripagare tutto.
A cinquant’anni, gli vengono diagnosticati alcuni problemi alla vista che non gli permettono più di dipingere su tela; Degas passa infatti al pastello e a realizzare sculture in cera, soprattutto dopo che, ben presto, diventa completamente cieco.
Stroncato da un aneurisma cerebrale, Degas muore a Parigi il 27 settembre 1917 e viene sepolto al cimitero di Montmartre.
Il suo stile artistico
L’arte di Degas è un’arte differente rispetto allo stile prediletto in quegli anni. Entrato nel gruppo di impressionisti, decide di distaccarsi dalle loro idee, in quanto non crede nella pittura en plein air, nell’assenza dei bozzetti preparatori e nell’arte impulsiva.
Dipinge quasi sempre spazi chiusi, in modo tale da raffigurare i personaggi della società durante la loro quotidianità. Predilige infine la bellezza della luce, che illumina i suoi ambienti e i corpi dei personaggi che raffigura.
Le sue danzatrici e gli studi sul movimento
Inizia, invece, a compiere uno studio approfondito sull’anatomia dei corpi e dei cavalli, ma soprattutto sul movimento umano, trattandosi di un’arte più meditativa.
Un esempio lo troviamo nelle celebri danzatrici di Degas, rappresentate in molte sue opere, che appaiono immortali, con pose quasi fotografiche. Degas non si sofferma sui tratti dei loro volti, ma sul corpo, sulla linea e sul colore.
Si sofferma soprattutto su quello che fanno, su come avviene il loro movimento mentre danzano, e sulla loro grazia e leggiadria. Le sue danzatrici sono come piume e, non riconoscendo il volto, lo spettatore guarda i passi, la loro serenità, la bellezza indiscutibile della danza, ma anche i sacrifici e la sofferenza che appartengono solo ai loro piedi.
Cosa ci resta di Degas
Ad oggi, in occasione dell’anniversario della sua nascita, di Degas ci resta questo: la sua capacità di far vivere le sue figure, come se ci stessero roteando attorno e noi stessimo danzando assieme a loro.
Ci resta questo: la sensazione di assoluta ed eterna leggerezza. Come fossimo, appunto anche noi, piume.
Stefania Meneghella