Ogni volta che in Italia si insedia un nuovo governo, uno dei primi propositi che viene sbandierato è quello della lotta all’evasione fiscale. L’esecutivo giallo-rosso, impegnato in queste ore nella definizione della manovra economica, non fa eccezione. In questo senso, fanno impressione i numeri relativi all’economia sommersa nel nostro paese.
BUSINESS DA OLTRE 200 MILIARDI
I dati diffusi dall’Istat sono eloquenti. Nel 2017, il settore ha prodotto una ricchezza di 192 miliardi di euro. Numeri che salgono sopra i 200 se si considerano anche i proventi di attività illegali quali prostituzione, spaccio di droga e contrabbando di sigarette. Rispetto al 2016 l’incremento è dell’1,5%, anche se l’incidenza sul prodotto interno lordo si sarebbe leggermente ridotta (dal 12,2 al 12,1%). Un calo dovuto alla maggiore velocità di crescita dell’economia regolare.
FENOMENO DIFFUSO SOPRATTUTTO NEL COMMERCIO
A determinare il valore dell’economia sommersa, è soprattutto la correzione della sotto-dichiarazione del valore aggiunto, determinata dal voluto occultamento, da parte delle imprese, di una parte del reddito, attraverso dichiarazioni volutamente errate di costi e fatturato. Da sola vale 97 miliardi, il 46,1% del totale. Il valore aggiunto generato dall’impiego di lavoro irregolare pesa invece per il 37,3%. Minore l’impatto di mance, fitti in nero e integrazione domanda-offerta.
Tra i settori merceologici, va detto che il sommerso si concentra principalmente (41,7%) nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, nei trasporti e magazzinaggio, nelle attività di alloggio e ristorazione. In questo ambito si produce il 21, 4% del valore aggiunto totale.
AUMENTANO GLI IRREGOLARI
Sarebbero almeno tre milioni e 700 mila i lavoratori a tempo pieno occupati in condizioni non regolari, per la maggior parte dipendenti. Rispetto al 2016 si registra una crescita di 25 mila unità. La loro incidenza è particolarmente alta nel settore dei servizi, ma anche in agricoltura, nelle costruzioni e nel commercio.
CRESCE IL MERCATO DELLA DROGA
Quanto alle attività illegali, continua a crescere soprattutto il mercato degli stupefacenti, il cui valore aggiunto ha toccato i 14,4 miliardi, mentre la spesa per consumi è arrivata a 15, 7. Più modesto l’incremento per i servizi di prostituzione e di contrabbando.
DINO CARDARELLI